Tre ricorsi, uno presentato dai legali del diretto interessato, uno da parte dell'Autorità di sistema portuale di Trieste, e forse un terzo ricorso allo studio da Assoporti.
È un’autentica offensiva quella messa in campo per riportare in tempi rapidi Zeno d’Agostino alla guida dell’Autorità portuale dell’Adriatico. A meno di una settimana dalla sentenza dell’autorità anticorruzione, che ha decapitato il vertice del Porto di Trieste dichiarando “inconferibile” la carica di presidente per d’Agostino a causa del conflitto con un altro incarico, inizia la battaglia legale.
Il primo obiettivo è chiedere la sospensione del provvedimento, per assicurare continuità alla gestione dello scalo, intanto le amministrazioni locali e anche il governo stanno cercando una soluzione.
Al momento l’unica strada sembra essere quella del ricorso contro il provvedimento dell’Anac, basato peraltro su un caso precedente, anche perché, se confermato, impedirebbe anche una nuova nomina per D’Agostino per i prossimi due anni.
Il Tar del Lazio dovrebbe esprimersi sulla sospensiva entro due mesi, ma intanto si moltiplicano ipotesi e teorie su chi abbia fatto partire il procedimento che, a quattro anni di distanza dalla nomina, ha estromesso D’Agostino dalla guida del porto: lo stesso D'Agostino ha affermato che i sospetti sull'ex senatore di Forza Italia Giulio Camber, che per decenni aveva dominato le decisioni sullo scalo, sarebbero infondati, e che i nemici della città starebbe piuttosto fuori regione.
Tutta la città ha comunque reagito alla decisione che ha colpito uno dei dirigenti più apprezzati della comunità del Capoluogo Giuliano. La petizione online lanciata dal vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo ha raggiunto le 8500 firme in tre giorni, D’Agostino ha l’appoggio incondizionato dei lavoratori del porto e di tutta la città, e sabato prossimo è stata organizzata una manifestazione di sostegno all’ex presidente.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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