I dati sono in miglioramento, soprattutto per i ricoveri e le terapie intensive, anche se con un rapporto positivi tamponi in leggero aumento da due giorni consecutivi, ma non consentono di allargare le maglie delle precauzioni anti contagio.
È questo il mantra che tutti i rappresentanti del governo italiano ripetono costantemente in vista delle feste di Natale, per fronteggiare il malcontento dei cittadini, ma soprattutto le riserve e le proposte di modifica giunte da parte dei governatori delle regioni.
Al centro delle critiche il blocco agli spostamenti interni: al momento non si potrà varcare, se non per valide ragioni, il confine delle regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, indipendentemente dalle aree di rischio; il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio, sono vietati anche gli spostamenti tra comuni. Una misura che secondo le regioni crea delle disparità fra gli esercizi commerciali e i bar e ristoranti che si trovano nei piccoli centri rispetto a quelli delle grandi città, da qui la richiesta di modificare la restrizione portandola a livello provinciale e non comunale.
Per ora il governo, colpito proprio ieri da primo caso positivo far i suoi componenti, la ministra dell’interno Luciana Lamorgese, con il conseguente isolamento anche dei ministri Luigi di Maio e Alfonso Bonafede, non sembra intenzionato a fare delle modifiche, ma la pressione delle regioni continua e non è detto che non gli arrivi a un punto d’incontro. Rimane aperta invece la questione dell’Abruzzo, unica regione ancora rossa in Italia, che ha deciso di diventare arancione in autonomia, provocando la reazione del governo.
Le attenzioni dell’esecutivo però al momento sembrano essere rivolte più ai piani europei per affrontare il dopo pandemia, che stanno dando non pochi problemi alla maggioranza, tanto a far prefigurare una crisi di governo a gennaio, magari anche con un cambio a Palazzo Chigi, dopo le polemiche sui Giuseppe Conte, accusato di aver di fatto esautorato il governo sulle decisioni sul recovery plan.
Prima però bisognerà pensare al piano di vaccinazioni, che dovrebbe partire già a gennaio: come base nazionale per lo stoccaggio di milioni di dosi dei vaccini è stata identificata la base aeronautica di Pratica di Mare, alle porte di Roma, da dove partiranno camion ed elicotteri per rifornire le strutture sanitarie identificate in tutto il Paese. Tre milioni e mezzi di dosi del vaccino Pfizer, che richiedono la conservazione a meno 70 gradi, arriveranno a gennaio e saranno portate nei 300 punito vaccinali dalla stessa azienda. Per gli altri, che richiedono temperature meno basse, ci penserà il governo.
A riguardo anche il Friuli Venezia Giulia, si sta attrezzando. L’assessore alla salute Riccardo Riccardi ha annunciato che la regione “sta lavorando per organizzare il sistema delle vaccinazioni: la prima quota sarà di 53 mila vaccini più altrettanti per il richiamo, e saranno dedicati in primis al personale sanitario e socio sanitario e agli anziani della case di riposo”.

Alessandro Martegani

Foto: Reuters
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