Piero Mauro Zanin (Foto: Acon)
Piero Mauro Zanin (Foto: Acon)

Un anno difficile, per tutte le istituzioni, ma in cui il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha saputo mantenere inalterato il volume di attività, con quasi tutte le sedute in presenza evitando i contagi diffusi grazie a protocolli rigidi e alla collaborazione dei consiglieri e del personale.
Il Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, pur nella difficoltà del periodo, è soddisfatto per come il parlamento regionale abbia saputo reagire alla pandemia in un anno, ha detto, che ha messo tutti alla prova, ma che, non ha inciso sulle attività, rimaste ai livelli del 2019. Un anno in cui l’organizzazione è riuscita a contenere i contagi, nonostante 72 sedute in presenza sulle 74 totali, grazie a protocolli rigidi che, ha sottolineato Zanin, se rispettati, hanno dimostrato di funzionare.
L’anno che si sta per concludere, ha aggiunto, sarà ricordato per la pandemia, ma ci lascia anche una maggiore confidenza con la digitalizzazione, entrata nella vita quotidiana di tutti, e un rinnovato senso d’Europa.
Se infatti prima della pandemia la sfiducia era diffusa “verso l'Europa dei vincoli, delle banche e delle finanze”, il Recovery plan, “con le decine di miliardi stanziati per la ripartenza dei Paesi toccati dall'epidemia”, e la necessità di confronto con gli altri paesi e con il governo per le politiche di prevenzione e i futuri investimenti, hanno fatto riscoprire quel concetto di “Europa dei popoli e delle comunità” di cui il Friuli Venezia Giulia era stato un precursore, cosciente della necessità di stringere rapporti con i paesi vicini. “Ci unisce di più l'economia della Carinzia o della Slovenia, rispetto ad esempio all'economia della Sardegna - ha detto -: la risposta non può essere nazionale per il nostro territorio, ma ci deve essere una risposta di collegamento fra comunità che, anche se appartenenti a paesi diversi, si ritrovano in tradizioni, culture, e consuetudini di rapporto”.
L'Europa, ha aggiunto, è anche un programma di lavoro per il futuro, grazie al voto unanime del Consiglio regionale sul "tavolo" chiamato "a definire le priorità" per quella che Zanin ha chiamato la "terza ripartenza" del Friuli Venezia Giulia, dopo la guerra e il terremoto.
Zanin ha quindi invitato a guardare al futuro, alla necessità d’investire sulla formazione e sulla conoscenza, oltre che sul problema demografico, che vede la popolazione del Friuli Venezia Giulia in calo.
Il Presidente ha poi sottolineato le attività degli organismi collegati al Consiglio regionale, come il Corecom, il difensore civico, e l’osservatorio antimafia: a riguardo è stato sottolineato il rischio di un’infiltrazione in regione della criminalità organizzata, che potrebbe sfruttare le difficoltà economiche per mettere in atto attività di usura.

Alessandro Martegani