Ieri sera intorno a mezzanotte Milan Bandić, nato nel 1955 a Grude in Bosnia ed Erzegovina, era stato colto da malore e trasportato all'Ospedale di Santo Spirito di Zagabria dove ha cessato di vivere per infarto. Bandić lascia la moglie e una figlia. Comunque soffriva da tempo di problemi di salute e nel 2003 era stato colpito da ictus, alcuni anni fa gli erano stati inseriti tre stent coronarici e ora si stava preparando all'operazione alle corde vocali. Voleva essere in forma per la campagna elettorale del voto locale del maggio prossimo, quando avrebbe tentato di conquistare il settimo mandato di sindaco. Nel comunicato agli zagabresi, la sua vice Jelena Pavić Vukičević sottolinea che Milan Bandić ha pagato a caro prezzo il suo iperlavoro a favore della città e dei suoi abitanti, senza un giorno di riposo e senza mai andare in ferie. Però nei suoi 20 anni di sindaco ha avuto spesso a che fare con la legge, dalla guida in stato etilico a vicende e scandali di corruzione e clientelismo per i quali è stato più volte denunciato e mai condannato. La stampa croata lo definisce populista, demagogo, opportunista, pronto a patteggiare con tutte le ideologie. Impietoso il giudizio del portale Indeks.hr: "Possiamo solo provare rimpianto - scrive - per la democrazia incapace di rimuovere tale persona e per la giustizia croata incapace di metterlo in prigione".

Valmer Cusma

Foto: BoBo
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