Foto: Radio Capodistria/Alan Radin
Foto: Radio Capodistria/Alan Radin

Ricordato in apertura della riunione del comitato per i programmi in lingua italiana di Radio e TV Capodistria l’ex collega Gianfranco Siljan mancato qualche giorno fa. “Un esempio per tutti” ha detto il vicedirettore Generale della RTV Slovenia per la CNI Antonio Rocco, che ha poi illustrato il lavoro svolto sia dalla radio sia dalla TV lo scorso anno, portato a termine nonostante la pandemia.

Per quest’anno il direttore generale uscente Igor Kadunc ha annunciato ulteriori tagli, che coinvolgeranno logicamente anche i programmi minoritari. Il vicedirettore Antonio Rocco ha ricordato, però, che nel piano finanziario sono stati inseriti i mezzi elargiti direttamente dallo stato per l’assunzione di tre impiegati per i programmi in lingua italiana, ma che purtroppo la direzione sino ad ora tergiversa nel pubblicare i bandi per questi posti di lavoro.

Un modo di operare poco corretto da parte della casa madre, secondo il consigliere David Runco, vista anche la situazione difficile in cui operano da anni radio e TV.

Un accordo quello per i fondi governativi che ha visto un gran lavoro di tutti gli attori della Comunità Nazionale Italiana, ha detto Alberto Scheriani, che ha dichiarato di considerare fuori luogo la determinazione con la quale il direttore generale, nonostante i mezzi a disposizione, continua a non voler assumere questi tre quadri. "Perché non vuole pubblicare i bandi per questi posti?" ha chiesto, quindi, senza mezzi termini Scheriani a Kadunc; il quale per prima cosa ha rigettato le accuse di poca trasparenza e ha poi dichiarato che per quanto riguarda le assunzioni secondo lui il governo avrebbe dovuto finanziare dei posti in generale per tutto l'ente e non solo per tre quadri specifici e che per questo lui ha deciso di non assecondare questa modalità. Inoltre secondo il direttore generale sarebbe falsa anche l'accusa che in questi anni sia mancato un ricambio del personale. In modo sprezzante ha quindi invitato ad andare a vedere la situazione degli altri programmi minoritari in giro per l’Europa. Scheriani è subito intervenuto ricordando che la Comunità Nazionale Italiana conosce bene le condizioni in cui lavorano e vivono le altre minoranze europee, ma che opera secondo la legislazione in vigore in Slovenia, dove le minoranze autoctone godono di uno status particolare e quindi anche in questo caso si tratta solo di rispettare i diritti riconosciuti dallo stato.

Barbara Costamagna