A Montona dunque targa d’oro mentre quelle d’argento e di bronzo sono andate rispettivamente alla collezione archeologica e all’anfiteatro di Burnum e al Castello Pejačevac di Virovitica. La giuria di esperti - si legge - non ha avuto dubbi nell’assegnazione dell’alto riconoscimento alla località istriana che, arroccata sulla collina, mantiene intatto il suo impianto medievale ed è uno dei simboli delle bellezze dell’Istria interna. Premiati dunque gli sforzi profusi dall’amministrazione locale nella salvaguardia e rivitalizzazione del borgo dove negli ultimi dieci anni, nonostante le ristrettezze finanziarie del comune, sono stati restaurati importanti edifici e strutture: dal Palazzo comunale alla torre, entrambi del 13.esimo secolo, il torrione delle Porte Nuove in stile rinascimentale, il Duomo di Santo Stefano e poi Palazzo Polesini diventato albergo ma soprattutto la cinta muraria tra le più antiche mura cittadine conservate nella penisola istriana e restaurate nel 2010 anche con il sostegno finanziario della Regione Veneto. “Il lavoro di recupero e valorizzazione è un percorso lungo e faticoso ma la salvaguardia del patrimonio storico è un impegno morale che abbiamo nei confronti del passato e delle generazione del futuro” hanno affermato le autorità montonesi nel ritirare il riconoscimento. Un incoraggiamento dunque per i futuri investimenti quali il recupero della Loggia o il restauro della scalinata che porta alla parte alta della cittadina che con i suoi 1052 gradini è una delle più lunghe in Croazia. Da segnalare che il premio Plautilla, suddiviso in tre categorie vuole premiare la qualità e la gestione delle cittadine storiche, la tutela del patrimonio culturale e la promozione turistica del luogo e viene assegnato ogni anno dal congresso internazionale organizzato a Salona, in Dalmazia. Una manifestazione che mira a fare incontrare storici, archeologi, architetti e operatori del turismo per uno scambio di opinioni ed esperienze sulla tutela del patrimonio e la sua promozione.
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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