Le misure restrittive della circolazione delle persone per limitare la diffusione della pandemia in Europa vanno concordate.
Pur senza puntare il dito su uno stato in particolare, i leader dell’Unione europea hanno ribadito la necessità di evitare fughe in avanti dopo la decisione dell’Italia, e poi anche del Portogallo e della Grecia, di chiedere un tampone negativo anche ai vaccinati per consentire l’ingresso nel paese.
La posizione italiana era stata apertamente criticata dalla Commissione europea, che aveva accusato Roma di affossare la credibilità del Green pass, ma nel corso del Consiglio europeo non si sarebbe parlato di uno stato in particolare
La Commissione in ogni caso presenterà un atto sulla validità del Green pass per uniformarla in tutta l’Unione, probabilmente a nove mesi. Dall’altra parte i leader europei hanno sottolineato l’esigenza di "accelerare con la terza dose".

Lo stesso Mario Draghi ha però difeso la posizione italiana e ha ricordato come la variante Omicron sia per ora meno diffusa in Italia rispetto ad altri Stati Membri e come occorra “mantenere questo vantaggio a protezione del Sistema sanitario nazionale”. “Il coordinamento a livello europeo - ha aggiunto - deve essere guidato dal principio di massima cautela”.
Non si è però parlato solo di pandemia: in particolare i capi di governo hanno affrontato la situazione in Ucraina, con il rischio d’invasione da parte di Mosca, e del rischio che la ripresa spinga l’inflazione a livelli eccessivi, anche se la Bce per ora non ha modificato la propria strategia.

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il primo ministro sloveno Janez Janša, e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, hanno poi firmato la dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell'UE per il 2022. Fra le altre cose le tre istituzioni si sono impegnate a lavorare per realizzare il Green Deal europeo, migliorare la digitalizzazione e creare un'economia “che lavori per le persone”.
Alessandro Martegani