La tregua è stata decisa per permettere un'evacuazione sicura dei civili dalle aree popolate a Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol, ha fatto sapere il portavoce del ministero della Difesa russo. Le operazioni di sgombero sono iniziate a Sumy, meta, la scorsa notte, di pesanti bombardamenti da parte delle forze russe. L'attacco aereo avrebbe provocato oltre dieci vittime, tra cui anche un imprecisato numero di bambini. Lo rende noto il capo dell'amministrazione militare regionale. L'intesa in merito al cessate il fuoco e l'apertura di vie di fuga demilitarizzate è arrivata a conclusione del terzo incontro negoziale tra la delegazione ucraina e quella russa e dopo il flop dei corridoi umanitari che non hanno avuto alcun esito negli ultimi giorni. Secondo le stime dell'Alto commissario Onu, Filippo Grandi, nelle prossime ore il bilancio dei rifugiati ucraini potrebbe raggiungere quota due milioni. L'ex presidente filorusso dell'Ucraina, Viktor Yanukovich, ha intanto chiesto all'attuale capo di Stato, Volodymyr Zelenksy, di mettere da parte l'orgoglio e fermare così lo spargimento di sangue. Da parte sua Zelensky si è detto sicuro che l'attuale conflitto potrebbe addirittura scatenare una guerra mondiale. In merito ad un eventuale accordo con la controparte russa, il presidente ucraino si è detto disposto a discutere del futuro della Crimea e delle due repubbliche separatiste. "Siamo pronti a trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere", ha detto, sottolineando che l'essere disponibili al dialogo non significa esser disposti a capitolare.

Maja Novak

Foto: EPA
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