Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna
Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna

Tappa piranese per Felice Žiža che ha presentato il suo programma anche in casa Tartini. “Abbiamo ancora molte potenzialità inespresse”, ha detto Žiža, riferendosi a tutti coloro che nonostante siano italiani non si considerano parte della Comunità. "Io sono convinto che siamo molto più numerosi di quello che i documenti e le iscrizioni dimostrano, perchè quando vai a parlare con i connazionali ti rendi conto che molti di loro non sono iscritti negli elenchi elettorali", ha spiegato il candidato isolano. "Oggi ho avuto l'occasione di incontrare alcuni giovani connazionali", ha raccontato, "e parlando con loro ho scoperto che molti di loro non sono iscritti nè in Comunità nè nelle liste per votare i nostri rappresentanti. Bisogna, quindi, trovare un modo per coinvolgere questi ragazzi e offrirgli qualcosa. Dobbiamo capire che cosa non sta funzionando e dove le cose si sono bloccate negli anni". D'altronde, secondo Žiža, la minoranza è come una piramide con alla sua base i soci delle Comunità; e perciò nel caso in cui "questi venissero a mancare si rischia il crollo di tutta la struttura”.

È ritornato poi sul tema dell’unitarietà. “Quando si parla di unitarietà io prendo la cosa molto seriamente”, ha dichiarato il deputato uscente ricordando che si tratta di un concetto che sente proprio, vista la sua storia personale dalla quale nasce il suo senso di appartenenza a tutta la penisola istriana, da Muggia alla Croazia. Si tratta, però, di "fare per essa delle cose concrete", e una di queste è sicuramente, secondo lui, "l’accordo di collaborazione che ormai da anni la Can costiera chiede di siglare senza successo all’Unione Italiana (con l’opposizione dell’attuale presidente, Maurizio Tremul), che permetterebbe di poter contare su una rappresentanza della minoranza realmente unitaria a Roma".

Non può andare a Roma una sola persona, che non si sa neanche bene che cosa combini”, ha detto con un certo sarcasmo Žiža; aggiungendo che invece la minoranza slovena va a contrattare a Lubiana con un gruppo eterogeneo di rappresentanti delle sue istituzioni. Se eletto ha promesso che si impegnerà per far sì che anche la Comunità nazionale italiana arrivi a questo, affermando di non capire perché per alcuni “se va uno solo a Roma si è tutti uniti”, mentre se si propone di andare tutti insieme si vuole spaccare la Comunità.

Ha poi voluto parlare degli attacchi che a suo dire il presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul avrebbe mosso negli ultimi mesi nei suoi confronti sui media nazionali, accusandolo di essere stato l’ago della bilancia del governo Janša che si sarebbe retto anche sul suo voto. Accuse false secondo lui, create ad hoc per dividere la minoranza alle quali ha detto di rispondere con il motto della sua campagna elettorale: "Nè destra nè sinistra, ma italiani di Istria".

Barbara Costamagna