Foto: BoBo
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Solo i membri del Partito popolare conservatore e del partito di estrema destra Vox hanno votato contro la cosiddetta legge "solo sì significa sì". Il loro argomento principale è stato che il disegno di legge avrebbe leso il principio della presunzione di innocenza.

La ministra per l'uguaglianza Irene Montero ha accolto, invece, con favore l'adozione della legge nella camera bassa del parlamento spagnolo, affermando che si è fatto così un "passo decisivo verso il cambiamento della cultura sessuale in Spagna" e per la cancellazione della cultura dello stupro. "La libertà sessuale diventerà finalmente un diritto nel nostro Paese", ha affermato la ministra, aggiungendo che in questo modo si sostituirà “la violenza con la libertà e la paura con il desiderio, trasformando la Spagna in un paese “più libero e sicuro per tutte le donne".

La legge eliminerà, infatti, la distinzione tra abuso e violenza. La violenza sessuale sarà considerata stupro dopo l'entrata in vigore della legge, indipendentemente dal fatto che la vittima resista o meno e la pena per questo tipo di reati potrà raggiungere i 15 anni di carcere. Inoltre, saranno puniti i complimenti "intimidatori" e il revenge porn.

Con questa mossa, il governo di sinistra spagnolo del primo ministro Pedro Sanchez ha reagito alla tendenza nei tribunali spagnoli a fornire pene lievi anche nel caso di stupri di gruppo, come avvenuto in molte occasioni. Particolarmente scalpore nell’opinione pubblica spagnola fece un caso registrato nel giugno 2016, quando cinque giovani stuprarono una donna di 18 anni a Pamplona, filmando il tutto con i loro smartphone e condividendo i video della violenza su Whatsapp . Tutti furono giudicati colpevoli di abusi sessuali e condannati a nove anni di reclusione, ma il tribunale stabilì che non era stato commesso alcun reato di stupro perché "non ci sarebbero state percosse né minacce" e la vittima era rimasta passiva. Il verdetto suscitò proteste in tutto il paese e nel 2019 la Corte Suprema spagnola dovette aumentare la pena detentiva a 15 anni.

Barbara Costamagna