Foto: Televizija Slovenija
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La prima giornata di lavori del Forum Strategico di Bled è stata ricca di spunti all'insegna dei due temi che caratterizzano la politica europea: il caro energia e la guerra in Ucraina, vista anche dalla prospettiva dei Balcani occidentali.

Il capo dello Stato, Borut Pahor, ha aperto il forum rilanciando una priorità politica degli ultimi anni della sua presidenza, ovvero la necessità di allargare l'Unione europea alla Bosnia Erzegovina. Secondo Pahor, infatti, conferire al paese lo status di candidato manderebbe un segnale importante non solo a Sarajevo, che vedrebbe premiato il suo impegno, ma a tutta la regione sud-orientale. Pahor ha poi rivolto un appello alla Serbia per uscire dall'ambiguità, con l'aiuto di Bruxelles, e accelerare il percorso di ingresso nelle strutture comunitarie, a beneficio del paese, delle sue relazioni con il Kosovo, ma anche di tutti i paesi della regione in un'ottica di stabilizzazione.

Dello stesso avviso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha allargato la visione anche alla necessità di abbracciare l'Ucraina nel consesso europeo, pur senza corsie preferenziali. Secondo von der Leyen, la vittoria in questo confronto con la Russia dipende dalla forza della democrazia, che deve essere rinvigorita anche tramite investimenti in infrastrutture e sviluppo. La presidente della Commissione ha quindi rilanciato l'agenda europea sulla transizione ecologica, sottolineando come la dipendenza dalle fonti energetiche russe sia ormai agli sgoccioli.

E sulla guerra contro la Russia è intervenuto in video-collegamento il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ospite principale della prima parte del programma. Dopo un breve discorso nel quale ha denunciato le atrocità russe in Donbass e nell'Ucraina orientale, Zelensky ha risposto alle domande del presentatore. Con il solito stile diretto e senza mezzi termini il leader ucraino ha condannato il silenzio della società civile europea, ha chiesto maggiore coesione contro l'aggressore russo, e ha infine ribadito la necessità di sospendere l'accordo per il rilascio di visti ai cittadini russi, anche per incoraggiarli a ribellarsi al Cremlino. Secondo Zelensky, infatti, si tratta di una guerra russa più che di una guerra di Putin.

Nella seconda giornata di lavori del Forum sarà dato ampio spazio al confronto sui temi della sicurezza energetica, ambientale e alimentare, con un intervento dell'ex premier britannico Tony Blair e il panel conclusivo sulle prospettive europee dei paesi dei Balcani occidentali.

Valerio Fabbri