Foto: EPA
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Un furto, il più grande nella storia della Croazia, motivato da interessi personali e che – a detta di Plenković- non ha alcuna connessione con il governo o l’HDZ.

In apertura di seduta, il premier è tornato a ripetere quanto detto già ieri al termine del vertice di maggioranza. Ancora incredulo che un fatto così grave sia potuto accadere egli ha condannato l’atto criminale affermando che gli autori saranno chiamati a rispondere sia penalmente che moralmente e d’ altro canto ha elogiato l’Ufficio governativo per la lotta al riciclaggio, primo a rendersi conto delle irregolarità.

Una parte dei mezzi è stata recuperata e più di 450 milioni di kune sono state versate nelle casse dello stato” ha detto Plenković che ha auspicato un maggiore impegno di tutte le parti affinché non si ripetano più casi ma ha altresì richiamato alla responsabilità il Consiglio di sorveglianza dell’azienda rivolgendosi sia ai membri croati, per altro nominati dallo stesso governo, sia a quelli ungheresi e che sono invece espressione della MOL.

Sulla struttura gestionale dell’INA- colosso nella produzione e distribuzione di idrocarburi- si è soffermato pure il ministro per l’amministrazione pubblica Ivan Malenica. Egli ha fatto capire che andrebbe rivisto l’accordo con la MOL, accordo – ricordiamo- sottoscritto in cambio di tangenti dall’ ex premier Sanader e che garantisce ai partner magiari la gestione dell’impresa pur non disponendo loro della maggioranza azionaria.

Intanto ai partiti dell’opposizione che chiedono una seduta straordinaria del Parlamento dedicata all’ argomento si sono aggiunti pure i responsabili del Movimento patriottico che invitano membri e simpatizzanti a aderire alla protesta contro il governo che sarà organizzata il 10 settembre prossimo a Zagabria.

(lpa)