Foto: BoBo
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Oltre che ai colloqui con i vertici croati il leader turco ha presenziato alla cerimonia d' inaugurazione del nuovo centro islamico con moschea a Sisak e dove come egli steso ha detto “ha avuto modo di sincerarsi della grande attenzione di Zagabria nei confronti della Comunità musulmana”. Guerra in Ucraina, crisi energetica, relazioni bilaterali tra i temi trattati con il presidente Milanović e con il premier Plenković, colloqui inevitabilmente incentrati pure sulla situazione in Bosnia Erzegovina che si sta preparando alle elezioni del 2 ottobre prossimo. Ankara anche se non soddisfatta dagli accordi di Dayton sosterrà l’integrità territoriale e la stabilità del paese come fatto finora e a detta di Erdogan ogni riforma, inclusa quella elettorale, deve essere concordata dai tre popoli costitutivi ovvero da serbi, bosgnacchi e croati. Una risposta chiara alla posizione di Milanović che invece vorrebbe un maggiore coinvolgimento dell’Alto rappresentante Christian Schmidt. Il leader turco, accompagnato da una schiera di ministri e dai rappresentanti delle maggiori imprese del suo paese, come precedentemente a Sarajevo e Belgrado anche a Zagabria ha fatto capire che punta molto sulle relazioni commerciali. Nel 2020 il volume degli scambi tra Turchia e Croazia è stato pari a 845 milioni di dollari e quest’anno dovrebbe superare il miliardo. Al business forum si è parlato molto d’investimenti con particolare attenzione al settore energetico, dell’edilizia, del turismo e delle infrastrutture. Tra i vari documenti siglati, uno si riferisce alla cooperazione nella gestione delle emergenze e catastrofi e in questo contesto, ricordando il sostegno di Ankara alle aree terremotate della Croazia e quello croato in occasione degli incendi che hanno colpito il territorio turco, Erdogan ha detto: “I nostri due paesi hanno dimostrato forte amicizia nei momenti più difficili ed è questa un’amicizia che va coltivata”.

(lpa)