Foto: Radio Capodistria/Beatrice Žiža
Foto: Radio Capodistria/Beatrice Žiža

Si è respirata aria di grande soddisfazione da parte di tutti i presenti alla cerimonia per il passaggio formale di consegne di Palazzo Tarsia, siglato nell'elegante atrio d'ingresso del prestigioso edificio dedicato alla famiglia capodistriana di uomini d'arme, studiosi e umanisti. Alla presenza dei sindaci di Capodistria e Ancarano, dell'ambasciatore d'Italia in Slovenia, del console generale d'Italia, e di altre autorità del territorio, l'accordo formale è stato firmato dal presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani, e dal direttore della casa editrice delle Primorske Novice, Janez Pavčnik, artefici del processo di compravendita insieme al deputato al seggio specifico alla Camera di Stato, Felice Žiža, e al rappresentante dell'ufficio governativo per le nazionalità, Stane Baluh, tutti molto soddisfatti.

Žiža ha spiegato così la gioia per una casa comune: "E' la prima volta in 30 anni che la comunità nazionale italia riesce a fare qualcosa per tutte le nostre istituzioni che sono qui presenti sul territorio di Capodistria e quindi stare tutte insieme e che in questo momento sono sparsi. Perché a stare insieme all'interno di uno stesso palazzo dove i vari rappresentanti o chi lavora come segretario, come avvocato, ha la possibilità di bussare alla porta accanto e di ottenere delle informazioni, o di dare delle informazioni, significa molto per una comunità nazionale, e quindi potremo fare passi più concreti, più coordinati, più condivisi, e quindi lavorare in sintonia molto, molto meglio".

Scheriani ha descritto con queste parole questo passaggio importante: "Questo è quello che volevamo noi fin dall'inizio, avere una sede, una sede che sia anche simbolica, perché questo è un palazzo storico, un palazzo notarile di Capodistria. La volontà di mettere insieme tutte quelle istituzioni che non hanno una sede, che oggi devono pagare un affitto, e quindi risparmiare anche dei finanziamenti, e poi ridare questi finanziamenti alle attività della comunità nazionale italiana, ecco, credo che si stata una cosa molto, molto positiva. Siamo contenti di aver trovato subito con l'interlocutore, il proprietario dell'immobile, un linguaggio comune con il quale ci capivamo. Oggi abbiamo firmato questo contratto, da oggi siamo proprietari dell'immobile, diventa praticamente di nostra proprietà".

Soddisfazione quindi da parte di tutti per un percorso iniziato nella primavera del 2021, che vedrà la conclusione solo a metà dicembre, con l'ingresso effettivo negli spazi a inizio 2023, che la comunità intende aprire al pubblico, come spiega ancora Scheriani: "la cosa che mi piace, e che trovo molto interessante, è che questo palazzo prima era di proprietà privata, ora invece diventa un palazzo pubblico, perché noi siamo un'istituzione pubblica, e quindi tutti i nostri connazionali, tutti i nostri concittadini potranno venire qui a trovarci".

Valerio Fabbri