Foto: Reuters
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Mentre si fanno sempre più drammatici i contorni del terremoto che ha colpito l'ampia regione fra Turchia sud-orientale e Siria nord-occidentale, la comunità internazionale mette in moto la macchina dei soccorsi dopo una settimana di balbettii e tentennamenti, con un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite che cerca di aprire nuovi valichi di frontiera per fornire aiuti soprattutto nel nord-ovest della Siria.
Anche la rete di organizzazioni non governative che operano su scala internazionale è al lavoro sul campo. Oxfam, la confederazione globale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, è al lavoro per soccorrere 2 milioni di persone, il 10% della popolazione colpita nei due Paesi. Secondo Oxfam è drammatica la situazione in Turchia, dove il sisma ha colpito 13milioni di persone - 1 abitante su 6 - e dove oltre 12 mila edifici sono stati distrutti e molti altri rischiano di crollare, le strade sono inservibili, e dopo il 6 febbraio sono state registrate quasi 300 scosse di assestamento. Il lavoro dei soccorritori prosegue senza sosta e porta anche risultati insperati. Un 12enne di nome Kaan è stato messo in salvo dopo essere rimasto per 182 ore sepolto sotto le macerie di un edificio crollato ad Antiochia, in provincia di Hatay.
Ma la drammatica conta delle vittime sembra non fermarsi. Un rapporto della Confederazione turca delle imprese, Turkonfed, stima che il terremoto avrà un impatto di quasi 84 miliardi di dollari sull'economia del Paese, prevedendo anche che il bilancio delle vittime supererà le 72 mila persone.

Valerio Fabbri