Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO

Non avranno più 9 in condotta i 4 studenti dell'istituto "Viola Marchesini" di Rovigo, che, lo scorso ottobre, hanno sparato pallini di plastica in faccia all'insegnante di Italiano. Il consiglio di classe ha rivisto la valutazione dei ragazzi, accogliendo in questo modo la richiesta del ministro Valditara di riconsiderare in autotutela le decisioni prese.
Nonostante, nell'immediatezza del fatto, fossero stati sospesi per cinque giorni, la promozione dei ragazzi aveva sollevato più di qualche perplessità e spinto lo stesso Ministro ad annunciare una revisione del voto in condotta, un ripensamento sul significato e sul ruolo, all'interno dell'intero anno scolastico, proprio a partire dal "caso" di Rovigo che lo aveva lasciato perplesso.
A far risaltare ancora di più la decisione di promuovere con 9 in condotta gli autori dell'aggressione alla docente, la scelta, di segno diametralmente opposto, del liceo "Alessandrini" di Abbiategrasso, hinterland milanese, di bocciare ed espellere lo studente 16enne che, lo scorso 29 maggio, aveva accoltellato l'insegnante di Italiano. Due casi che hanno riportato l'attenzione sulla necessità che la scuola ritrovi autorevolezza senza però perdere il senso della misura. Sia nel promuovere che nel bocciare.
La professoressa vittima dell'episodio, Maria Cristina Finatti, ha riferito al quotidiano romano Il Messaggero di essere "contenta che il ministro dell'Istruzione sia intervenuto", ma si è anche detta convinta che "quegli studenti non hanno ancora capito". La professoressa ha fatto inoltre sapere di non "avere avuto modo di riparlare con i ragazzi" e di aver ricevuto solidarietà soltanto dai genitori di altre sezioni. Per i ragazzi, ha detto ancora Finatti, "era un gioco: a loro serviva solo per avere più follower", motivo per il quale serve un'alleanza vera tra scuola e famiglia.

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO