Foto: Reuters
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L’ex governatrice delle Isole Baleari ha ottenuto 178 voti a favore su 350 totali, due in più rispetto la maggioranza assoluta: decisivo per lei è stato il sostegno da parte dei sette deputati del Partito secessionista catalano. Sono stati proprio loro ad aver annunciato questa mattina un accordo con il Partito socialista operaio spagnolo per votare la ormai neoeletta presidente del Congresso, perché ritenuta da loro una figura in grado di riunire le varie “anime del progressismo spagnolo”. L’accordo tra i due include la garanzia dell’uso del catalano e delle lingue coufficiali durante le sedute plenarie e una commissione d’inchiesta sul caso Pegasus. Inoltre, come ha riportato l’agenzia di stampa Europa Press, si prevedono anche dei progressi riguardo i conflitti politici causati dal referendum illegale dell’ottobre 2017. Invece, tornando all’uso del catalano, l’accordo siglato tra i due partiti “contempla la messa a punto di una legge organica per rendere la lingua catalana pienamente ufficiale in tutte le istituzioni dello Stato”. A proposito del Partito popolare, il loro candidato Pedro Rollán è stato eletto presidente del Senato spagnolo, traguardo che, come ha riferito il quotidiano El Pais, “non ha riservato sorprese in quanto i popolari alla camera alta detengono la maggioranza assoluta”, per questo sono riusciti a far eleggere Rollán senza problemi. Infatti, è stato l’unico candidato che ha ricevuto tanti voti, 142 totali, l’esponente di Vox ne ha ottenuti tre, e le restanti schede sono risultate bianche. Nei prossimi giorni invece, sarà il turno della costituzione dei gruppi parlamentari.

B.Ž.