Foto: a sinistra il segretario generale di Sviz, Branimir Štrukelj, e la ministra della Pubblica Amministrazione, Sanja Ajanovič Hovnik. (frame da Televizija Slovenija)
Foto: a sinistra il segretario generale di Sviz, Branimir Štrukelj, e la ministra della Pubblica Amministrazione, Sanja Ajanovič Hovnik. (frame da Televizija Slovenija)

"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, mentre ogni famiglia infelice è infelice a modo suo". Forse non serve scomodare il famoso incipit di Anna Karenina per descrivere la situazione legata allo stallo della trattativa fra governo e sindacati del settore pubblico sul rinnovo dei contratti collettivi, ma di sicuro l'ampio spettro dei dipendenti che rientrano nella pubblica amministrazione non permette a tutti di essere felici allo stesso modo, a volte anche all'interno delle stesse categorie lavorative. E' il caso del settore medico-sanitario, dove Fides, il sindacato che rappresenta i medici, ha detto di non avere alcun commento sulla proposta dell'esecutivo, perché corregge le ingiustizie commesse con l'accordo firmato lo scorso dicembre, in particolare a favore dei medici specialisti che in precedenza avevano segnato il passo a favore degli specializzandi. Meno entusiasta invece il sindacato del settore sanitario e sociale, che si sente meno protetto rispetto ai medici poiché con la proposta di riforma guadagnerebbero uno o due gradi salariali in meno rispetto ai medici. E se nella stessa famiglia professionale non si riesce a essere felici, i malumori si amplificano e diversificano quasi per ogni singola categoria, come nel complesso romanzo dell'800 russo. Molto più dura, infatti, è stata la reazione del sindacato dell'istruzione (Sviz), che ha definito la bozza ricevuta dall'esecutivo un attacco alla qualità dell'istruzione pubblica. Il segretario generale, Branimir Štrukelj, ha detto che se il governo insiste sulla proposta non sarà possibile raggiungere un accordo.
Inevitabile che ci sia poca fiducia per arrivare alla fumata bianca entro metà ottobre, data sulla quale la ministra competente, Sanja Ajanovič Hovnik, punta con convinzione. Come ha detto una persona coinvolta nelle trattative alla radio pubblica, difficile che in 3 settimane si riesca a fare abbastanza per soddisfare tutti, se non ci siamo riusciti in un anno di trattative.