Foto: Reuters
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Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha definito "irrilevante" la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aia, nonostante questa sia legalmente vincolate. Il ministro ha inoltre detto che la risposta israeliana sarà quella di occupare Rafah e che ha definito il Tribunale internazionale una Corte antisemita.
Il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, in una conversazione telefonica con il capo dello Stato americano, Joe Biden, ha intanto accettato di dirottare gli aiuti delle Nazioni Unite a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. Un provvedimento che "aiuterà a salvare delle vite", ha detto Biden, che si è impegnato inoltre a sostenere gli sforzi per riaprire il valico di Rafah.
Secondo quanto riporta Al Jazeera però, alcune scorte alimentari in attesa di entrare a Gaza dal lato egiziano del valico di Rafah hanno iniziato a marcire a causa della chiusura della frontiera. I filmati diffusi dalla televisione del Qatar mostrano cibo già infestato da vermi e moscerini. Una parte delle provviste è già stata buttata nella spazzatura, un'altra è invece stata venduta per pochi spiccioli.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a margine dell'incontro con il primo ministro palestinese, Mohammed Mustafa, ha al contempo annunciato che Roma riprenderà i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. "Abbiamo ribadito il sostegno del governo italiano all'Autorità nazionale palestinese per la costruzione di uno stato palestinese che possa convivere in pace con Israele nei prossimi anni", ha detto Tajani, aggiungendo che l'obiettivo dell'Italia è proprio quello della "soluzione dei due popoli e due stati".
Nel frattempo sono ripresi gli sforzi per una seconda tregua nella Striscia di Gaza, dopo quella di novembre, durata una settimana. Secondo quanto concordato tra il capo della CIA, Bill Burns, il direttore del Mossad, David Barnea, ed il premier del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, le trattative dovrebbero riprendere la prossima settimana. I colloqui verteranno sulla base di nuove proposte promosse dai mediatori, Egitto e Qatar, con il coinvolgimento attivo degli Stati Uniti.