Foto: Reuters
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Per la prima volta in quasi sei mesi, una raffica di missili è stata lanciata dalla Striscia di Gaza verso il centro di Israele. Questa la risposta degli estremisti palestinesi a quelli che hanno definito "massacri sionisti contro civili". Lo si legge in un comunicato, in cui Hamas rivendica l'attacco. In diverse località sono suonate le sirene come avvertimento per l'attacco. L'esercito israeliano ha riferito che almeno otto missili sono stati lanciati contro le aree centrali del Paese da Rafah, nel sud di Gaza, alcuni di questi sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome.
Il ministro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha affermato che il lancio di missili contro Israele dimostra che le forze di difesa devono "agire ovunque si trovi Hamas. Il mondo deve sapere che coloro che tengono ancora prigionieri i nostri ostaggi, sparano alle nostre città e continuano a diffondere il terrore, sono responsabili della situazione", ha aggiunto.
Intanto una fonte egiziana ha detto alla CNN che le trattative per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi riprenderanno martedì al Cairo. Con la ripresa dei negoziati e la pressione che segue la decisione della Corte internazionale di giustizia dell'Aia, Israele ha iniziato a modificare la sua operazione su Rafah. Lo riporta il Times od Israel, precisando che l'esercito di Israele continuerà ad operare ma per il momento lo farà in modo relativamente contenuto.
Al contempo Tanja Fajon, a capo della diplomazia slovena, ha affermato di vedere a Gaza "segni di genocidio" e di violazione del diritto internazionale attraverso lo sfruttamento della fame a fini bellici. In un'intervista con la televisione Al Jazeera, Fajon ha detto ancora che non è stato fatto abbastanza per porre fine alla guerra a Gaza. Il ministro degli Esteri ha parlato poi anche degli sforzi della Slovenia per riconoscere la Palestina.