Foto: T. O.
Foto: T. O.

Tre giornate per ragionare sullo stato attuale, ma anche sul futuro del giornalismo in Slovenia e in lingua slovena.
Il Festival del Giornalismo “Naprej”, organizzato dall’Associazione dei giornalisti della Slovenia, dopo l’apertura a Črna na Koroškem, la località più martoriata dalle alluvioni (con un confronto dedicato proprio al giornalismo in rapporto alle catastrofi naturali), il programma fa tappa a Capodistria, al Loggia Café, per parlare di minoranze e del futuro dei media tradizionali, mentre la chiusura è in programma domani a Lubiana, con tre incontri incentrati sulle nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. Tjaša Škamperle, collega della redazione di radio Koper e relatrice in uno degli incontri, ci anticipa i temi della serata a Capodistria.
“Nella prima conversazione – spiega - parleremo del ruolo dei media nel rapporto tra nazione e maggioritaria e minoranza, di argomenti che interessano la comunità slovena in Italia, e di temi che, ad esempio, i media nazionali presentano nel nostro paese sulla minoranza che vive in Italia.
“Nella seconda parte ospiteremo tre giornaliste, tre persone che ricoprono posizioni editoriali in Slovenia, e vorremmo sentire la risposta alla prima opzione scritta, la verifica della cessazione dei programmi regionali. Parleremo dei gravi problemi della carta stampata, visto che lo Stato non ha fatto nulla a questo settore, in difficoltà a causa dei prezzi della carta, nonostante avesse detto che avrebbe verificato alcune possibilità, come ad esempio un sussidio alla distribuzione, seguendo l'esempio dei paesi esteri”.
“Ci chiederemo anche come cambieranno i notiziari televisivi, che tipo di televisione guarderemo tra 20-30 anni? Infine ragioneremo su come le catastrofi naturali che abbiamo vissuto quest'anno, abbiano dimostrato quanto sia importante avere una rete di corrispondenti sul posto: un principio che vale anche per la televisione commerciale”.

(Red)