Foto: Radio Capodistria
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A cinquant’anni dalla sua prima apparizione sul grande schermo, Fantozzi resta una figura capace di parlare al presente: simbolo universale dell’uomo comune, delle sue frustrazioni, delle sue piccole battaglie quotidiane, raccontate con una comicità che è anche sguardo critico sulla società.

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Fantozzi, icona tragicomica dell’uomo medio italiano, riesce ancora oggi a far ridere e riflettere. Lo conferma il Console Generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, tra gli organizzatori dell’evento, che questa sera ha visto la prima serata dedicata all’opera di Paolo Villaggio a Palazzo Gravisi Buttorai. “Fantozzi è stato definito dallo stesso Paolo Villaggio il personaggio più tragico della letteratura italiana. In realtà questa tragicità poi sfocia in questo riso, che è comunque un riso amaro, che però incarna un senso di ribellione al potere della classe impiegatizia, della classe operaia, della classe che in qualche modo viene sottomessa, che quindi ancora ha una valenza sociale in questi giorni. Credo che questa sia la forza per cui il personaggio di Fantozzi è ancora amato, fa ridere ma fa anche pensare, ed è una battaglia sociale nello stesso tempo.”

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Tra le presenze più significative, oltre a Daniele Liburdi, uno dei produttori cinematografici del docufilm "La voce di Fantozzi", c’è stata quella di Clemente Ukmar, che ha riportato al pubblico la voce e la memoria di chi ha vissuto Fantozzi da vicino. Storico collaboratore di Paolo Villaggio, ne è stato la controfigura in tutti i film della saga. Ma il loro rapporto, ha raccontato, è andato ben oltre il lavoro sul set. “È diventata un’amicizia unica, in tutti i film, qualunque cosa mi chiedeva io lo facevo. Non lo posso giudicare, per me era un dio, come si fa a giudicare una persona così. Ho lavorato con tanti attori bravi, ma con lui ne ho fatti così tanti di film che è nata un’amicizia unica. Fantozzi è ancora attuale, in quell’epoca c’era una vita strana, e lui ha dimostrato che il poveraccio doveva solo lavorare e non parlare, doveva stare zitto e fare quello che dicevano i padroni. E quella era la verità veramente.”

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La serata, dopo le testimonianze registrate dal giornalista radiofonico Bruno Fonda, si è conclusa con l’inaugurazione della mostra documentaria "Fantozzi per sempre. Il ragioniere più amato d’Italia", un itinerario tematico con materiali d’epoca allestito negli spazi di Palazzo Gravisi Buttorai. La rassegna “Fantozzi 50”, con proiezioni, dialoghi con il pubblico e una mostra documentaria, è un tributo a un personaggio che ha saputo trasformare il disagio in risata e la rassegnazione in poesia grottesca. Una figura entrata nella memoria collettiva italiana, che continua a parlare anche oltre i confini nazionali. Si continua mercoledì 7 maggio alle ore 19.00 presso il Cinema d’essai Odeon di Isola con la proiezione del docufilm “La voce di Fantozzi”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e si concluderà giovedì 8 maggio, sempre alle ore 19.00 al Cinema d’essai Odeon, con la proiezione della versione restaurata del primo film “Fantozzi”, diretto da Luciano Salce nel 1975.

B.Z.