Nei comuni e città bilingui lungo la costa occidentale dell'Istria, ma anche in certe parti dell'interno di regola il vice sindaco o sindaco appartiene alla Comunità nazionale italiana, una regola in buona parte ereditata dalla prassi vigente nell'ex Jugoslavia a livello di statuti municipali e poi ripresa e adeguata alla nuova realtà dalla Legge croata sulla tutela delle minoranze nazionali.

Regole e norme però interpretate in maniera differente. La situazione migliore l'abbiamo nell'Istria nord occidentale come ad esempio a Buie e a Umago dove i vicesindaci vengono eletti solo dagli elettori di nazionalità italiana iscritti su un apposito elenco. Lo stesso modello viene adottato a Parenzo e a Dignano. E può succedere come nella stessa Dignano e a Umago che ci sia un secondo vicesindaco italiano, quello candidato sulla lista dei partiti, che in questo caso figura non come rappresentante della comunità italiana, bensì come appartenente.

Tornando al Buiese, a Verteneglio e a Grisignana da anni i sindaci sono di nazionalità italiana per cui nel rispetto dei rispettivi statuti non è obbligatorio anche il vicesindaco. A Rovigno e a Pola, dove operano due tra le maggiori Comunità degli italiani, il vicensindaco italiano viene eletto sulla lista del partito, in questo caso la Dieta democratica istriana.

A Rovigno la candidatura passa per l'assemblea comunitaria mentre a Pola, la stessa è stata ignorata alle elezioni locali del 2017. Nel Comune di Torre-Abrega, alle ultime elezioni locali la funzione di vicesindaco italiano è stata frutto di un accordo tra la DDI e il candidato stesso, incluso sulla lista partitica.

A Valle il sindaco è italiano. Nel comune di Lisignano, ufficialmente bilingue lo statuto non prevede la carica di vicesindaco italiano, anche se in passato c'era stata in due mandati. A Fasana, dove pure esiste la Comunità degli Italiani, non c'è il vicesindaco italiano.

Valmer Cusma

Foto: Radio Capodistria
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