Nessun disappunto nei confronti della Slovenia. Il capo dello stato Zoran Milanović chiamato a commentare la decisione di Lubiana sul rafforzamento dei controlli ai confini ha detto che, in situazioni simili, anche la Croazia si comporterebbe nella stessa maniera.“Se guidassi il potere esecutivo probabilmente anch’io introdurrei le stesse misure”, ha affermato il presidente croato che ha attribuito la responsabilità dell’attuale situazione al malfunzionamento dei controlli adottati dalla Bosnia Erzegovina che, a suo dire, andrebbe integrata quanto prima all’Unione Europea. Secondo Milanović i provvedimenti sloveni vanno a placare l’opinione pubblica interna, perché i clandestini non attraversano i posti di blocco. Anche il premier Plenković, in apertura della consueta seduta di governo, ha affrontato il problema e lo ha fatto ringraziando le forze di polizia che si apprestano a celebrare il loro patrono e protettore San Michele. Un riconoscimento particolare è andato ai 6 mila e 500 poliziotti che controllano le frontiere esterne in conformità, ha detto il capo del governo, alle normative nazionali, europee e al diritto internazionale. Egli ha smentito categoricamente le tesi sulla collazione di filo spinato ai confini croato-bosniaci. “Respingo tassativamente queste insinuazioni; il filo spinato non può risolvere questo fenomeno che preoccupa tutta l’Europa e che perciò deve essere affrontato e risolto con comunione d’intenti”, ha detto ancora Plenković. Tra le reazioni croate da nominare ancora quelle del presidente del Parlamento Jandroković che ha rassicurato che la decisione slovena non compromette in alcun modo Schengen e quella del ministro degli interni Božinović il quale ha spiegato che pure Zagabria ha potenziato i controlli e ha ricordato che ai confini sloveno-croati sono attive unità di polizia miste che da gennaio in qua hanno bloccato il transito di oltre 22 mila clandestini.
Lionella Pausin Acquavita

Il presidente croato Milanović - Foto: EPA
Il presidente croato Milanović - Foto: EPA