“Zagabria dovrebbe posticipare la sua entrata in eurozona, poiché il passaggio all’euro - in momenti di crisi come questo- potrebbe causare più danni che benefici”. Così l’economista statunitense intervistato in questi giorni dalla stampa croata. Noto per le sue opinioni critiche nei confronti dell’euro, Stiglitz è tornato a ricordare che la sua introduzione cancella la sovranità statale nella politica monetaria e così pure alcuni importanti strumenti legati al cambio e ai tassi d’interesse che possono aiutare il sistema economico a superare momenti di crisi. “ Naturalmente le decisioni in merito sono politiche” ha detto il premio Nobel riferendosi alla dichiarazione di Plenković che nei giorni scorsi a Madrid ha ottimisticamente annunciato che il paese è pronto per entrare - il primo gennaio prossimo- in eurozona. Una decisione che però non convince appieno la cittadinanza e neanche le formazioni politiche del paese. Quelle di destra, con in testa il Partito sovranista che a novembre si e’ visto fallire la raccolta di firme per il referendum contro l’ introduzione della moneta unica, sono le più radicali nella difesa della Kuna croata. Le forze di centro sinistra invece lamentano mancanza d’informazioni e temono soprattutto una nuova ulteriore lievitazione dei prezzi. Va detto che un po’ di scetticismo è presente anche tra i membri del HDZ , ma il partito del premier e la maggioranza di governo fanno comunque sapere che non ci saranno deroghe al calendario prestabilito: dal 5 settembre prossimo e per i 12 mesi successivi, ci sarà la doppia esposizione dei prezzi in kune ed euro in modo da dar tempo ai cittadini di abituarsi alla nuova valuta che diventerà unica moneta di pagamento il primo gennaio 2023.

Lionella Pausin Acquavita

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