"Introduzione il primo gennaio 2023 e solo 15 giorni dopo l'euro sarà l' unica moneta in circolazione". Ad affermarlo il premier Plenković al termine dell'incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha ricordato il sostegno fornito da Berlino nel percorso croato, sostegno che - ha detto - continua e include pure il raggiungimento di un altro obiettivo: l'entrata della Croazia nell'area Schengen. Intanto dopo l'euforia che ha seguito ieri il "sì" della Commissione, oggi le reazioni di stampa e commenti sono più moderati e vanno ad analizzare vantaggi e svantaggi dell'adesione a Eurolandia. Tra i primi ci sono indubbiamente una maggiore integrazione nei mercati finanziari con facilità di scambi e commercio, stabilità e crescita economica, stabilità dei prezzi. Gran parte della popolazione guarda però con scetticismo a questi benefici tanto che stando agli ultimi sondaggi solo il 30 per cento della popolazione pensa che il paese sia pronto all'introduzione della moneta unica, il 45 per cento crede che non lo sia mentre un 25 per cento è indeciso. Stando al sondaggio pubblicato qualche giorno fa e commissionato da un gruppo di europarlamentari croati l'82 per cento degli intervistati teme che la conversione della kuna in euro porterà a rincari. Analizzando gli scontrini di alcuni esercizi che hanno già introdotto la doppia esposizione dei prezzi, è visibile la tendenza all'arrotondamento all'insù delle cifre. Timori che i politici cercano di mitigare portando gli esempi di Slovenia e Lettonia dove l'introduzione dell'euro ha portato ad un aumento degli stipendi lordi rispettivamente del 46 e del 67 per cento.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: Reuters
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