Foto: Reuters
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L'abolizione del principio di ragionevolezza vieterebbe alla Corte suprema israeliana di intervenire nel caso il governo agisca in violazione alle leggi fondamentali.
Le proteste si sono svolte sia a Tel Aviv che in altre città del Paese, per martedì è inoltre prevista una nuova manifestazione del movimento israeliano contro la riforma della giustizia. Se l'esecutivo dovesse procedere con l'approvazione del disegno di legge, è previsto anche uno sciopero del settore sanitario che garantirà quindi soltanto i servizi essenziali.
Inoltre, sabato sera, diverse migliaia di riservisti si sono radunati davanti alla casa del ministro della Difesa, Yoav Gallant, nel nord di Israele, per manifestare contro la riforma. Secondo il gruppo di protesta Brothers in Arms, anche alcuni "capi di stato maggiore e generali delle forze di difesa" hanno preso parte alla protesta notturna. "Insieme riponiamo le nostre speranze nel ministro della Difesa, che ha già dimostrato che non permetterà che si danneggi la sicurezza di Israele e che la nazione venga dilaniata", ha affermato ancora il gruppo di protesta.
Ricordiamo che alla fine di marzo scorso, il ministro, esponente del Likud, aveva chiesto una pausa alla revisione giudiziaria: centinaia di riservisti militari avevano infatti minacciato di smettere di presentarsi al servizio, causando un "pericolo tangibile" per la sicurezza di Israele.
Ed era stato proprio Gallant il primo membro del governo a chiedere pubblicamente al premier, Benjamin Netanyahu, di interrompere la revisione; e il primo ministro aveva risposto annunciando la sua decisione di licenziarlo il giorno successivo. La questione aveva scatenato proteste spontanee di intensità e portata mai viste prima, che hanno quindi convinto il capo del governo ad ascoltare l'appello del ministro e tenere dei colloqui con l'opposizione per raggiungere un compromesso sulla riforma.