Tra i 13 agenti che avrebbero commesso i reati imputati, quattro fanno parte della dirigenza, lo ha reso noto il facente funzione del direttore generale della polizia, Boštjan Lindav, il quale ha aggiunto che la polizia ha esaminato attentamente il rapporto stilato dal Ministero degli interni sull’operato della polizia durante le operazioni di security alle proteste degli ultimi due anni. I presunti reati emersi, sono molteplici hanno spiegato Lindav e il Ministro degli interni Sanja Ajanovič Hovnik. I presunti reati commessi sono stati diversi, hanno spiegato si va dall’abuso d’ufficio, abuso di potere e negligenza. Lindav ha inoltre detto che “in determinati casi sono state rilevate delle deviazioni, ma in generale sono d’accordo con quanto emerso dal rapporto, ovvero che la polizia in determinati ha superato il confine dell’accettabile” ha detto Lindav. Durante la manifestazione di protesta del 26 maggio 2020 i reati commessi di aver posto in stato di fermo ingiustificatamente dei manifestanti riguarda tre agenti della polizia, i quali avrebbero arrestato illegalmente delle persone. Il 15 settembre del 2021 invece un dipendente della polizia è sospettato di aver violato la dignità umana e commesso l’illecito d’abuso d’ufficio e perpetrato un arresto illegale. Sette infine gli agenti accusati di aver violato sempre la dignità umana durante le proteste del 5 ottobre del 2021, per un dipendente ce pure l’accusa di negligenza. Lindav ha precisato che tutti i casi sospetti sono stati passati alla procura specializzata dello stato; determinati misure ai danni dei presunti colpevoli sono però già cadute in prescrizione ha sottolineato Lindav “La polizia è al servizio delle persone e non degli interessi della politica o di chiunque altro, il che è particolarmente importante durante le crisi, quando la polizia deve rassicurare le persone con le sue azioni” ha precisato Lindav.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.