Il leader del costituendo Partito dei pensionati, Pavel Rupar. Foto: BoBo/Borut Živulovič
Il leader del costituendo Partito dei pensionati, Pavel Rupar. Foto: BoBo/Borut Živulovič

Dalle migliaia di persone portate in piazza a Lubiana poco meno di un anno fa, un'onda lunga che si era andata affievolendo nel tempo, alla nascita di un nuovo partito che nasce movimentista al punto di aver raccolto oltre 400 firme, più del doppio di quelle necessarie. Parte da questi presupposti la nuova avventura di Pavel Rupar, politico di lungo corso che ha deciso di dar voce ai pensionati, una categoria sociale che secondo lui è mal rappresentata e dimenticata da tutti. Dopo aver risolto i motivi di salute che ne hanno rallentato lo slancio, senza però fiaccarlo, Rupar è pronto a dare battaglia, a cominciare dalla promessa, o minaccia a seconda dei punti di vista, di voler presentare un'accusa penale per abuso d'ufficio nei confronti della presidente della Camera di Stato, Urška Klakočar Zupančič. Nel nascituro partito, infatti, sono convinti che la seconda carica dello Stato stia danneggiando l'erario nel ritardare l'esame parlamentare del disegno di legge sull'aumento straordinario delle pensioni, una proposta di iniziativa popolare presentata a marzo scorso da Rupar e compagni. Altro cavallo di battaglia dei Pensionati sono le modalità di pagamento del canone radiotelevisivo, da loro ritenuto incostituzionale poiché prelevato direttamente alla fonte da pensioni e salari. La Corte costituzionale ha già respinto il ricorso, non riscontrando alcuna rilevanza giuridica sulla questione, ma un team legale vicino al partito sta già lavorando per un nuovo ricorso. Nell'appello per il congresso odierno, infine, Rupar afferma che il "cuore dei pensionati batte per la Slovenia, la sua gloria e il suo onore", per questo non bisogna avere paura per gli ostacoli e le difficoltà "di cui il popolo sloveno è fin troppo pieno".

Valerio Fabbri