Il ministro della Difesa, Marjan Šarec. Foto: BoBo
Il ministro della Difesa, Marjan Šarec. Foto: BoBo

Il Centro esposizioni e congressi di Lubiana si trasforma per un giorno in una vetrina per le forze armate slovene. Secondo il ministro Šarec l'esercito non rappresenta solo una risposta alla crisi di valori che vive la nostra società, ma è anche un sogno che per molti può diventare realtà. Per questo l'invito del ministro di unirsi all'esercito è stato indirizzato soprattutto a quanti criticano dal divano di casa. Nel giorno in cui ricorre il ventesimo anniversario per l'ingresso della Slovenia nella Nato, celebrato ieri con una serie di eventi al castello di Brdo, il ministero della Difesa ha partecipato al quarto appuntamento di "Al servizio della Patria", un'iniziativa organizzata d'intesa con i presidi delle scuole secondarie nell'ambito del corso Cittadinanza attiva. L'attenzione è stata rivolta, in particolare, alla classe dei coscritti del 2006 che possono così familiarizzare con le professioni e le specializzazioni dell'esercito sloveno. Un'occasione per familiarizzare con equipaggiamenti, armamenti e risorse che rappresentano la base del lavoro quotidiano di ogni militare. Che, come è stato affermato anche da Šarec, si basa su valori quali coraggio, dedizione, lealtà e cameratismo, che i più giovani possono apprendere in campi militari di due settimane, tramite il servizio volontario di tre mesi, o apprendere con borse di studio e tirocini. Rilievo è stato dato inoltre a quelle professioni che all'interno dell'esercito trovano meno la ribalta, quali cuochi, meccanici, ingegneri e medici. Senza distinzioni tra professioni maschili e femminili, ha ripetuto più volte Šarec.
Dopo l'apertura con l'intervento del ministro e una presentazione dinamica del Nucleo Specializzato della Polizia Militare, ampio spazio è stato dedicato alla Guardia dell'esercito sloveno, unità militare addestrata che svolge compiti di protocollo.

Valerio Fabbri