Da sabato prossimo, dunque, controlli pure alle frontiere che separano la Slovenia da Croazia e Ungheria. L'esecutivo ha accolto l'iniziativa del ministro degli interni Poklukar che già ieri aveva avvisato gli omologhi dei due paesi vicini sull'imminente provvedimento dovuto - come è stato ripetuto pure oggi- alla necessità di rafforzare la sicurezza interna. "La minaccia terroristica in Europa è alta, abbiamo visto quanto successo in Francia e Belgio", la posizione di Poklukar che così intende vigilare maggiormente la cosiddetta rotta balcanica e l'immigrazione clandestina. "L' introduzione del nuovo regime acconsentirà di effettuare ulteriori controlli agli ex valichi di confine e di istituire posti di blocco nella loro prossimità", ha affermato il ministro degli interni. Si prevede perciò una presenza rafforzata delle forze di polizia nelle aree di frontiera, dove effettueranno controlli a vista dei veicoli e fermeranno quelli sospetti. Non ci dovrebbero comunque essere grandi problemi per la popolazione che vive a cavallo dei confini sloveno -croati poiché era stato lo stesso Poklukar, in seguito all' analoga decisione italiana, ad auspicare che non ci fossero eventuali ripercussioni negative per i residenti. "Credo che la polizia italiana controllerà la frontiera in modo sostenibile e nello spirito che accomuna le aree transfrontaliere", aveva detto qualche giorno fa' perciò è probabile che anche la polizia slovena segua questa posizione. Poklukar - va ricordato ancora- ha fatto intendere che Lubiana non è soddisfatta del modo in cui la Croazia protegge la frontiera esterna dello spazio Schengen, poiché - ha detto- da gennaio in qua sono stati registrati più di 40 mila passaggi illegali. "Gli stranieri non attraversano più il confine attraverso foreste, fiumi e altre zone pericolose, ma viaggiano su strade, ferrovie e persino taxi", ha detto il ministro degli Interni sloveno.

La decisione dei governi di Italia e Slovenia di introdurre i controlli alle frontiere interne di Schengen è oggetto di reazioni e commenti. Abbiamo chiesto un parere al deputato al seggio specifico al Parlamento di Lubiana, Felice Žiža e al presidente dell'Unione italiana, Maurizio Tremul.

"Una situazione che speravamo non si ripeta più dopo il periodo Covid, quando abbiamo vissuto mesi difficili anche perché le nostre famiglie che vivono dall' una o dall' altra parte, le persone che andavano a lavorare e gli studenti, avevano grandissime difficoltà almeno all'inizio, poi le cose si sono regolarizzate. Io spero di non ritornare a dei blocchi che ripercorrano quel periodo. I controlli è giusto che ci siano ma devono essere focalizzati nei punti dove le persone possono varcare il confine senza controllo. Perciò dico sì alla sicurezza con controlli mirati nei luoghi dove si verificano i passaggi illegali. Bisogno acconsentire che la vita normale prosegua e che le persone che vivono a cavallo di confine possano continuare a vivere il più normale possibile", ha dichiarato Felice Žiža.

Il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul, si è invece espresso così: "È un problema questo dell'immigrazione clandestina che l'Unione europea non riesce ad affrontare in maniera organica. È comprensibile quello che sta avvenendo però questo creerà difficolta al traffico transfrontaliero, alla comunicazione in questo territorio tra Slovenia, Croazia e Italia che invece è fondamentale rimanga aperto. Spero si abbia perlomeno la capacità e l'intelligenza di aprire dei corridoi per i transfrontalieri affinché' questi possano andare regolarmente a lavorare e a trascorrere il tempo anche con i familiari".

(lpa)

Valico di Sicciole:Foto: RTV SLO
Valico di Sicciole:Foto: RTV SLO