Con 15 voti a favore i consiglieri hanno eletto su proposta del tutore dei diritti civici, Goran Forbici alla carica di Presidente del consiglio di programma di RTV di Slovenia. A quasi undici mesi dall’approvazione delle modifiche alla legge sull’RTV in parlamento e mezz’anno dall’approvazione della legge al referendum è stato così costituito l’organismo che andrà a sostituire l’attuale Consiglio di programma e di sorveglianza. Forbici è attualmente direttore del Centro per la cooperazione e lo sviluppo delle Organizzazioni non governative. Alla inconsueta assenza dei giornalisti della radio e Tv pubbliche alla seduta, oltre a Forbici, è stata pure eletta la vicepresidente dell’organo, si tratta di Špela Stare, segretaria generale dell’Associazione dei giornalisti di Slovenia. Il Consiglio di programma conta in tutto 17 consiglieri non nominati dalla Camera di Stato, ma 11 in rappresentanza della sfera pubblica e altri sei in rappresentanza dei dipendenti RTV. Ieri alle riunioni vi erano presenti 16, uno l’assente giustificato. I consiglieri si sono però trovati immediatamente in difficoltà per l’assenza del direttore facente funzioni, Grah Whatmough, il quale ha pure convocato la riunione. La soluzione temporanea è stata quella di assegnare il compito di guidare la seduta fino all’elezione del nuovo presidente, alla consigliera Ilinka Todorovski. Whatmough prima dell’inizio della riunione ha augurato via Twitter “un mandato pieno di successi segnato dalla saggezza, tolleranza e pluralità”. Dopodiché ha twittato dicendosi sorpreso dalle complicazioni che si sono verificate alla seduta costitutiva inquanto lo stesso invito alla seduta era stato inviato ai soli consiglieri. Il nuovo consiglio dell’Rtv ha poi proceduto alla nomina, tra le altre cose della commissione che verrà composta da nove membri e avrà il compito di realizzare il bando per la nuova amministrazione dell’ente radiotelevisivo. Definita pure la commissione per il regolamento interno della quale fa pure parte il consigliere che rappresenta la Can costiera al consiglio di programma, Andrea Bartole. Il Consiglio avrà tre mesi per approvati nuovi standard programmatici e sei per dotarsi di un nuovo statuto.

Dionizij Botter

Foto: BOBO/Igor Kupljenik
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