Foto: DZ/Matija Sušnik
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Mentre diverse organizzazioni non governative, fra cui Amnesty International, Istituto 8 marzo e Eko-Anhovo e valle dell'Isonzo, manifestavano su piazza della Repubblica a sostegno della legge sulla tutela ambientale, il dibattito dei deputati dentro la Camera di Stato aveva come primo punto in agenda le proposte di modifica alla legge che regolamenta la registrazione dell'orario di lavoro. Nei suoi interventi l'opposizione, o meglio il Partito democratico sloveno ha denunciato lo spreco di tempo e di lavoro per la tenuta dei registri, i costi aggiuntivi per l'aggiornamento e l'istituzione di sistemi di controllo e altri obblighi inapplicabili che, secondo il deputato democratico Rado Gladek, vanno nella direzione di una maggiore burocratizzazione invece di snellire le procedure, in particolare nel settore della pubblica amministrazione.
Ma il tema principale che sta tenendo banco nella seconda parte della giornata è quello relativo alla legge sull'assistenza al fine vita volontario, che nelle intenzioni del legislatore vuole offrire ai malati terminali la possibilità di una morte dignitosa, e allo stesso tempo stabilire il controllo sociale e la sicurezza delle procedure contro possibili abusi. Come è prevedibile il tema è tanto delicato, quanto divisivo. L'iniziativa legislativa è partita dall'organizzazione "Nastro d'argento" (Srebrna nit), impegnata da anni a proteggere i malati terminali, ed è stata subito raccolta dal Movimento Libertà, per rivendicare le sue credenziali progressiste in una battaglia che ha definito di civiltà. A osteggiare la legge non sono solo opposizioni e associazioni religiose, ma anche la Camera dei medici slovena, che ha messo in guardia dal fenomeno dell'obiezione di coscienza.
Nel pacchetto di voto, previsto in serata, rientrano anche la legge sulla tutela delle minoranze dei paesi della ex Jugoslavia, discussa già ieri, e la proposta di modifica della legge sulle misure di emergenza per garantire la stabilità del sistema sanitario, presentata in parlamento dall'iniziativa civica "La Voce del popolo" (Glas ljudstva).

Valerio Fabbri