Foto: Reuters
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Oggi 27 gennaio viene celebrata la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 e con essa il Giorno della Memoria delle vittime della shoah. Questa ricorrenza è riconosciuta dalle Nazioni Unite e viene celebrata anche in Slovenia. Come ogni anno, le città slovene organizzano numerose iniziative per ricordare le vittime del nazismo e lo sterminio degli ebrei.
A Lendava, nella storica regione del Prekmurje, Oltremura, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale risiedeva e operava una numerosa comunità ebraica molto attiva, fatta di commercianti, locandieri, avvocati, medici e produttori di idromele, che fu completamente annientata durante l'occupazione nazista della città. A Dolga Vas nei pressi di Lendava dove si trova il secondo più grande cimitero ebraico in Slovenia, ieri, si è svolta una delle celebrazioni del Giorno della Memoria, che ha coniugato momenti istituzionali con quelli di preghiera comune. Il Presidente Borut Pahor ha deposto una corona ai piedi del monumento che ricorda le vittime della violenza nazista. Il capo dello stato ha rivolto un appello ai cittadini, anche alla luce dell'attuale aggravamento delle relazioni internazionali, in particolare tra Russia e Occidente al confine ucraino; Pahor ha esortato a impegnarsi ogni giorno come singoli e come comunità, nel proprio Paese e in seno alla comunità internazionale per garantire pace e sicurezza, tolleranza e coesistenza. Tre i punti chiave, secondo Pahor, il ricordo, il dialogo e la soluzione pacifica delle controversie. "L'umanità - ha detto Pahor - da molti decenni non è stata così vicina al baratro. Dobbiamo far prevalere la ragione, far sì che la diplomazia risolva pacificamente i contenziosi, per tutelare le generazioni presenti e quelle future. Per evitare che assaporino i dolorosi, penosi e incomprensibili sacrifici scatenati da un conflitto militare". A Murska Sobota il presidente Pahor ha partecipato ad un'altra cerimonia a ricordo delle vittime della persecuzione e dello sterminio nazisti, che riguardò indistintamente, uomini e donne, vecchi e bambini. In particolare, le donne ebree furono spesso soggette ad una persecuzione eccezionalmente brutale da parte del regime nazista e il genocidio compiuto raggiunse dimensioni senza precedenti e eguali nella storia del genere umano.

Corrado Cimador