Le voci trapelate su alcuni media della decisone da parte del fondo York di vendere il gruppo Sava stanno scuotendo l’ambiente politico ma soprattutto il settore turistico sloveno. Secondo indiscrezioni il 43 per cento del gruppo verrà acquistato dal fondo ungherese Diofa Asset Management. Gli Sd si attendono che l’esecutivo dia un chiaro segnale in difesa delle destinazioni chiave del turismo nazionale esercitando attraverso i fondi statali il diritto di prelazione. La parlamentare degli Sd ha detto che le modifiche al piano di gestione degli investimenti di capitali per il 2022, approvato dal governo giovedì scorso nel quale viene menzionata la possibile vendita delle quote dello stato rappresentano una “capitolazione” del premier Janez Janša e del Ministro Zdravko Počivalšek, i quali hanno modificato la strategia per lo sviluppo del turismo durante la notte”, ha detto la Hot. “Abbiamo investito per mantenere in vita questa attività economica mentre ora si trova in vendita” ha detto la parlamentare SD ricordando come Sava veniva indicata come uno degli attori principali dello sviluppo della holding turistica slovena. A essere discutibile, sempre secondo la Hot, è pure la modalità di vendita che ha ad oggetto un intero settore “Stiamo parlando di 5 destinazioni turistiche chiave che mettono a disposizione più di 3 mila camere”. “Si tratta della vendita di beni d’interesse nazionale per la quale ci attendiamo che lo stato tuteli le località chiave per lo sviluppo del turismo e faccia valere il diritto di prelazione” ha detto la Hot chiedendosi se tale operazioni sia un rimborso dei debiti che il premier Janša ha nei confronti del collega ungherese, Viktor Orban.
Come ricordiamo lo stato aveva tentato di acquistare il 43,23 per cento del gruppo Sava, di cui fa parte anche l'azienda Sava Turizem ma l'affare è però saltato.

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter
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