Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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La biblioteca itinerante di Capodistria è un progetto che fin dagli albori ha collegato le parti più remote della comunità, includendole nella rete culturale diffondendo libri. Un progetto partito proprio in questo territorio e che poi si è diffuso anche in altre parti della Slovenia.

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Negli anni il progetto del Bibliobus si è evoluto. La direttrice della biblioteca Srečko Vilhar di Capodistria, Luana Malec, ci ha spiegato parte di questa evoluzione: "Il nuovo Bibliobus è molto più grande; contiene più libri, però lo spirito è lo stesso, è uguale a quello di una volta. Le minoranze sono molto importanti ed è importantissima sia la minoranza italiana in Slovenia che la minoranza slovena in Italia. Noi andiamo a Duino nella scuola slovena, però andiamo anche nelle scuole italiane in Slovenia, ad esempio a Sicciole ed in altri luoghi. Il futuro sarà sicuramente positivo, come il presente, perché il Bibliobus unisce i libri con la gente che vive nelle parti più lontane, tutto in uno! C'è sempre un appuntamento: abbiamo molte fermate, più di settanta, più o meno ogni mese. Tutte le località aderenti al progetto vengono visitate una volta al mese. Non siamo solo felici ma anche molto orgogliosi, perché il nostro Bibliobus non è solo il primo qua nei dintorni, ma in assoluto il primo in Slovenia".

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Il Bibliobus non esisterebbe se non ci fosse un autista incaricato di "portare in giro" i libri. Ma come viene accolto questo progetto? Ce lo racconta l'"autista ufficiale" Renè Mišok: "La gente è molto felice. Da noi ci sono molte biblioteche e possono scegliere, mentre quando andiamo in Italia. Ad esempio, a Duino, là i bambini sono proprio contenti, corrono verso il bus. Sono felici perché noi abbiamo molti libri nuovi e belli. I bambini sloveni sono un po' più abituati ad andare in biblioteca e vengono anche da noi. In Italia non hanno questa possibilità, così sono felici quando noi arriviamo. Loro vorrebbero che noi arrivassimo più volte al mese, ma invece ci siamo solo una volta ogni trenta giorni".

Davide Fifaco