La presidente della Fides di Capodistria, Tatjana Cvetko, durante l'incontro con i media in occasione dello stato di agitazione proclamato il 15.01 Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria
La presidente della Fides di Capodistria, Tatjana Cvetko, durante l'incontro con i media in occasione dello stato di agitazione proclamato il 15.01 Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

"Dovolj nam je" (non ce la facciamo più) non è solo lo slogan che compare su maglie e materiale promozionale degli attivisti che hanno aderito allo sciopero indetto per oggi dall'Unione di medici e odontoiatri della Slovenia (Fides). Mentre a Lubiana era in corso una trattativa tra l'esecutivo e la principale sigla di categoria, la rappresentanza territoriale di Fides, guidata dalla presidente Tatjana Cvetko, ha voluto spiegare nel dettaglio quelle che sono le principali rivendicazioni. E se il mancato rispetto di accordi e impegni presi da parte del governo ha rappresentato la scintilla che ha dato il via allo sciopero, le testimonianze diversi medici hanno avuto lo scopo di spiegare quello che non funziona. In sostanza, l'invecchiamento della popolazione ha portato a diagnosi sempre più frequenti, anche con l'insorgenza di nuove malattie, creando così un sovraccarico amministrativo su tutto il sistema sanitario, già gravato da una burocrazia lenta e macchinosa che appesantisce un lavoro già di per sé complesso. Le richieste degli scioperanti quindi non sono solo di salari migliori, ma anche di istituire nuove categorie professionali all'interno di un sistema che non solo non riesce ad attrarre giovani, richiamati dalle migliori condizioni che si verificano all'estero, ma che non riesce a valorizzare le competenze che già esistono. E migliorare le condizioni lavorative dei medici, e più in generale di tutto il personale sanitario, contribuirebbe a migliorare non solo il loro stato di salute, ma anche quello dei pazienti.
Evidenziata a più riprese, nelle testimonianze che si sono alternate, la carenza di personale che si riflette nei numeri impietosi di pazienti senza un medico curante - 150 mila - e tempi d'attesa per le visite specialistiche sempre più dilatati. Come ha detto Tatjan Cvetko, la riforma del sistema sanitario è una priorità per il governo solo a parole.
Valerio Fabbri