Foto: Fermo immagine di Matej Accetto, presidente della Corte Costituzionale, durante l'intervista del programma informativo Odmevi su Televizija Slovenija
Foto: Fermo immagine di Matej Accetto, presidente della Corte Costituzionale, durante l'intervista del programma informativo Odmevi su Televizija Slovenija

L'ente radio-televisivo pubblico entra ufficialmente in una fase nuova fa dopo un anno vissuto sulle montagne russe. Con la decisione della Corte costituzionale di revocare la sospensione dell'attuazione di parte dell'emendamento alla legge sulla RTV Slovenia il nuovo consiglio di programma è questione di 7 giorni a partire dalla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale. L'attuale direttore ad interim di RTV, Andrej Grah Whatmough, non ha potuto fare altro che accettare il verdetto e ha annunciato di essere pronto a convocare il Consiglio di programma entro il termine prescritto dalla legge. La strada è ormai segnata e va nella direzione promessa in campagna elettorale da Movimento Libertà, ribadita poi nell'accordo di governo con i partner di coalizione Socialdemocratici e Sinistra (Levica): fuori la politica dal servizio pubblico. Secondo gli auspici della nuova legge su RTVS, infatti, la società civile avrà un peso determinante nel nuovo consiglio di amministrazione, mentre le influenze dirette e indirette della politica rimarranno fuori da ogni logica lavorativa.
L'ufficialità della notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, ma già verso l'ora di pranzo si era diffusa l'indiscrezione, accolta con entusiasmo e soddisfazione dal Comitato di sciopero dell'ente, che tramite la leader della protesta, Helena Milinković, aveva parlato di "decisione che riconosce l'importanza del servizio pubblico e manda un segnale di libertà e democrazia a tutto il paese".
Per arrivare a questo risultato è stato necessario aggirare, più che superare gli ostacoli che il governo conservatore di Janez Janša aveva lasciato in eredità. Dopo un lungo percorso accidentato, l'ultima trincea era rappresentata dai direttori considerati vicini alla vecchia maggioranza, che hano trovato una sponda inaspettata nel ricorso in appello alla Corte costituzionale, dove i giudici hanno bloccato alcuni articoli, senza però entrare nel merito della più ampia architettura legislativa. Per uscire da questa empasse, come ha spiegato il presidente della Corte Matej Accetto intervistato sul primo canale della televisione pubblica, l'orizzonte della maggioranza assoluta della Corte per valutare la legge era troppo distante, questione che avrebbe continuato ad ostacolare il lavoro e la serenità della RTV. Per questo i giudici hanno optato per una votazione a maggioranza semplice che, con 4 voti a favore, ha permesso di revocare la sospensione degli articoli in questione.
La votazione è stata commentata dalle istituzioni e da tutto l'arco politico. Il capo dello Stato, Nataša Pirc Musar, ha accolto con favore la sentenza, ma ha anche ribadito il suo invito al massimo organo di giudizio a prendere una decisione definitiva sulla legge il prima possibile. Soddisfazione espressa anche dal premier, Robert Golob, che ha parlato di trionfo della democrazia e della società civile. La ministra della Cultura, Asta Vrečko, ha dichiarato che con questa decisione la politica esce dalle stanze e dai corridoi di RTV, permettendo così di lavorare con stabilità e indipendenza. Secondo la presidente della Camera, Urska Klakočar Zupančič, si tratta di una vittoria dello stato di diritto e della protezione dei diritti umani. Di tenore opposto le dichiarazioni di Janša, che ha tuonato contro la Corte costituzionale che, secondo lui, con la decisione odierna ha cessato di avere un senso e un'utlità per il paese.
Valerio Fabbri