Da sinistra: il ministro della Difesa, Marjan Šarec; la presidente della Repubblica e Comandante supremo delle Forze Armate Slovene (SV), Nataša Pirc Musar; e il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Slovene, Robert Glavaš. Cerimonia alla caserma Janko Premrl Vojka, Vipacco, 25.03.2024. Foto: Zajem zaslona
Da sinistra: il ministro della Difesa, Marjan Šarec; la presidente della Repubblica e Comandante supremo delle Forze Armate Slovene (SV), Nataša Pirc Musar; e il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Slovene, Robert Glavaš. Cerimonia alla caserma Janko Premrl Vojka, Vipacco, 25.03.2024. Foto: Zajem zaslona

Il giudizio sulle forze armate è positivo per i tempi di pace, come dimostra anche la capacità di intervento in caso di disastri naturali, ma in caso di conflitto la valutazione è insufficiente, nonostante alcuni miglioramenti in singole aree che però non modificano il quadro complessivo, sostanzialmente immutato rispetto al 2022. Si può riassumere così il messaggio che il generale Glavaš ha consegnato alla presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, comandante supremo delle forze armate. C'era molta attesa per questo rapporto, anche in vista del ventennale per l'ingresso della Slovenia nella Nato che verrà celebrato nei prossimi giorni. Intanto la cerimonia alla caserma Janko Premrl Vojka, a Vipacco, ha sancito che le valutazioni relative allo stato di allerta dell'Esercito confermano i lievi progressi degli ultimi anni, ma per il cambio di marcia c'è ancora tanta strada da fare.
Glavaš ha poi rassicurato sulle capacità di difesa dell'indipendenza e della sovranità della Slovenia. Parole confermate anche da Šarec, che ha definito l'esercito uno dei fondamenti del sistema di difesa e sicurezza del paese. La parola chiave però rimane modernizzazione, da declinare in termini di attrezzature, di approccio alla ricerca di nuovo personale e, soprattutto, di idee, intese come cambiamenti legislativi e concettuali, che devono passare tramite i finanziamenti del 2% di Pil che ogni paese Nato dovrebbe spendere. Un obiettivo ancora lontano, ha ammesso Šarec, offrendo così una sponda politica per far digerire ad alcuni settori della maggioranza lo stanziamento di oltre 250 milioni di euro per realizzare questo processo di rinnovamento tanto atteso, quanto necessario. Ottimista Pirc Musar, che ha salutato con favore i 325 nuovi posti di lavoro creati nelle forze armate, escludendo al contempo l'introduzione della leva obbligatoria. "Sono fermamente convinta che l'esercito sloveno, in collaborazione con gli altri soggetti del sistema di sicurezza nazionale e con il sostegno degli alleati, è in grado di difendere la sovranità e l'integrità territoriale della Slovenia, qualora fosse necessario", ha concluso Pirc Musar.

Valerio Fabbri