Se il Forum strategico, tenutosi lunedì a Bled, è stato per l'opposizione un'occasione d'oro per ribanchettare quello che vede come un cambio di rotta della politica estera slovena, sempre più vicina ai paesi di Visegrad, spiccava infatti la presenza dei premier ungherese, ceco e polacco, l'iniziativa anti-Istanbul lanciata dalla Polonia non contribuirà certamente ad affievolire le polemiche. In sostanza Varsavia sta cercando nuovi alleati che la appoggino nel suo intento di ritirarsi dalla convenzione, e propone il varo di un testo diverso che soddisfi gli ambienti clericali e ultraconservatori. La lettera del suo ministro della giustizia la cui esistenza è stata rivelata dal lubianese Delo suggerisce tra l'altro una ridefinizione della vita che inizia con il concepimento e questo è un vecchio argomento degli antiabortisti. La convenzione contro la violenza sulle donne e tra le mura domestiche e' stata approvata nel 2011 dai paesi del Consiglio d'Europa, ed è stata firmata anche dai quattro di Visegrad, ma l'unica a ratificarla è stata nel 2015 proprio la Polonia, all'epoca non ancora governata dagli ultraconservatori dell'uomo forte Jaroslaw Kaczinski che la vedono come un prodotto del femminismo e del liberalismo mondiali volto ad affermare la cosiddetta ideologia di genere, il terzo sesso e così via, sebbene il testo non contenga praticamente nulla di simile. Il ministero della giustizia, retto da Lilijana Kozlovič, dell'SMC, ha reagito dicendo che non ci sono ragioni per una nuova convenzione e per la relativa revisione della legislazione slovena. Dello stesso tono la dichiarazione della deputata Janja Sluga, capogruppo SMC in parlamento. In seno al governo ci sono anche i democristiani di Nuova Slovenia che sul tema dell'aborto sono stati però finora abbastanza cauti. Quanto all'SDS e al premier Janša c’è per il momento la vecchia reazione dell'influente deputato Branko Grims che lo scorso luglio, quando la Polonia ha annunciato di voler denunciare la Convenzione di Istanbul, ha auspicato un analogo passo della Slovenia. È pero' da vedere se nonostante le dichiarate simpatie per gli amici sovranisti dell'Est-Europa Janša se la sentirà di accontentarlo.

Boris Mitar

Foto: EPA
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