All'ultima tornata era stata raggiunta una convergenza di vedute sull'abolizione delle unità elettorali e sull'introduzione del voto preferenziale. È stato fatto un ulteriore passo in avanti, ha detto al termine il capo dello Stato, Borut Pahor; a prescindere dalla proposta che alla fine sarà oggetto di armonizzazione, verrà in ogni caso inoltrata con le firme dei deputati. Si tratta di scegliere tra le modifiche o cancellazione delle unità elettorali, proseguendo con l'introduzione delle liste e del voto di preferenza. Il confronto riprenderà a settembre, a livello di gruppi negoziali.
Precedentemente Pahor aveva anticipato che, per prima cosa, si tratta di risolvere proprio il problema delle unità elettorali, per rispettare la delibera della Corte costituzionale; poi si passerà ad affrontare la questione del sistema elettorale. L'Alta corte ha stabilito che la legge che definisce le circoscrizioni elettorali per l'elezione dei deputati della Camera di Stato, non è in armonia con la Costituzione. I giudici hanno ritenuto che l'articolo 4 debba venir rivisto, dato che i parametri, stabiliti 26 anni fa, non possono più applicarsi alla situazione amministrativa odierna in cui la differenza tra le unità elettorali più piccole e quelle più grandi è notevolmente cresciuta.

Il deputato al seggio specifico Felice Žiža: “Le posizioni non sono chiarissime da parte dei gruppi parlamentari. In verità sono chiare ma non convergono come sembrava all'ultima riunione. Ci sono delle differenze. Quella principale l’ha riportata con la proposta dell'SDS, il presidente Janša, che al contrario di quella che era l'opinione della maggioranza delle altre forze politiche che erano favorevoli all'eliminazione dei distretti e non solo alla loro modifica, perché la prima proposta appunto era quella di modificarli, quindi renderli più omogenei secondo al numero degli abitanti, mentre la seconda è quella di eliminarli completamente. L'SDS è assolutamente contrario a questa proposta, dicono infatti che a lungo termine questa soluzione porterebbe ad una centralizzazione dei deputati eletti nei centri più grandi, lasciando così le periferie sguarnite dal punto di vista della rappresentanza dei propri deputati. Probabilmente hanno anche ragione. La seconda proposta è stata già in qualche modo inserita nelle precedenti riunioni e punta a rendere il sistema diventasse preferenziale relativo e non obbligatorio e su questo punto la maggior parte delle forze politiche sono d'accordo, a parte l'SDS che propone un sistema misto quindi un maggioritario a turno unico per il 50 per cento dei deputati e per il 50 per cento proporzionale. Nelle prossime settimane dovremo prendere una decisione, la prossima riunione è prevista a settembre dove vedremo le opinioni dei restanti deputati di tutte le forze politiche. L'accordo è che le forze politiche, ovvero i deputati, depongano la proposta di modifica della legge. Se non verranno raccolte almeno 60 sottoscrizioni con la proposta che verrà presentata alla Camera di Stato, non si procederà ulteriormente. Siamo usciti da questa riunione con due compiti essenziali, ovvero il primo spetterà ai deputati stessi, i quali dovranno raccogliere le firme e i consensi per ottenere una linea unica, mentre il secondo compito sarà quello di modificare i distretti in base alla sentenza della Corte costituzionale per rendere il sistema elettorale costituzionale”.


Come noto il deputato al seggio specifico al Parlamento sloveno viene eletto tramite il sistema Borda, la graduatoria viene trasformata in punteggio. Le posizioni all'interno della Comunità italiana sulla riforma della legge elettorale sono state al centro del confronto all'interno della CNI. Tutti d'accordo sulla necessità di superare il metodo Borda, considerato troppo complesso, e sul ritrovare unità, ma sulle soluzioni e sui tempi della riforma le posizioni non sono ancora convergenti. Dopo giorni di acceso dibattito sulla formula da proporre per superare l'attuale legge elettorale, con le CAN che hanno appoggiato esplicitamente il maggioritario a turno unico, i rappresentanti della Comunità italiana hanno discusso recentemente in vista dei momenti decisivi per le sorti della riforma. Tutti hanno optato per un maggioritario a turno unico, anche quelli come la CAN di Isola che avevano deciso in un primo momento per il doppio turno. Il Consiglio della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana ha appoggiato la prima variante con voto unanime. Era chiaro da anni che il Borda è un sistema che va sostituito. “Siamo una comunità piccola. Più della metà delle volte in cui siamo andati a votare c'era un candidato unico”, ha detto il presidente della Can costiera, Alberto Scheriani, sostenendo la necessità di introdurre il maggioritario a turno unico “che c'è anche in Croazia e si usa anche per i Comuni italiani sotto i 15 mila abitanti”. È un sistema, secondo il presidente, che rende il voto più legittimo. “Col sistema Borda basta in teoria un solo voto per essere eletto”, ha aggiunto. E poi, d'accordo con la minoranza ungherese, propone che il candidato alle elezioni sia sostenuto da almeno il 2% degli iscritti all'elenco elettorale particolare della Comunità nazionale. A riguardo il deputato Žiža: “Il nostro sistema è stato praticamente già inserito e accettato. Mi riferisco al maggioritario a turno unico con l'aumento della raccolta firme per il candidato che si presenta alle elezioni, dalle 30 firme alle 40, quindi l'1,5% degli aventi diritto. Ma questo argomento non è stato trattato siccome la proposta è già inserita nella proposta di modifica di legge. Il consenso della CAN costiera è stato già dato, gli ungheresi lo hanno già dato in passato e lo dovranno fare anche per la proposta attuale, ma sono d'accordo”.

Dionizij Botter

Foto: UPRS/Tamino Petelinšek/STA
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