Il voto del Parlamento di Baghdad per l'allontanamento delle truppe statunitensi dal Paese a seguito dell'uccisione da parte degli Usa del generale iraniano Qassem Soleimani e del vicecomandante iracheno Abu Mahdi Al-Muhandis ha definitivamente compromesso la cooperazione tra Stati Uniti e Baghdad. Ma i raid americani degli scorsi giorni pregiudicano la sicurezza nel Paese anche delle altre forze impegnate nelle missioni della coalizione internazionale. La coalizione internazionale, responsabile delle missioni anti-Isis in Iraq, ha annunciato la sospensione delle sue operazioni in Iraq. Della missione, arrivata alla fase III della lotta contro il Daesh, fanno parte anche sei soldati sloveni stazionati a Erbil, nel nord del Paese. Per quanto riguarda la presenza di soldati americani, al momento si contano circa 5mila unità.
I ministri degli Esteri dell'Unione europea si riuniranno venerdì in un vertice straordinario a Bruxelles. In primo piano la crisi in Iran e Iraq, ma non è escluso che venga anche affrontato il dossier Libia.

Il Presidente sloveno Borut Pahor ha lanciato un appello per ridurre le tensioni in Medio Oriente ed evitare un’escalation che potrebbe avere ripercussioni inimmaginabili. Nel suo in intervento Pahor ha detto: "Sono a favore a un'azione congiunta, un impegno comune per ridurre le tensioni su tutti i fronti" e aggiunto: "Sostengo sempre la soluzione pacifica delle controversie". Pahor ha precisato che quale comandante in capo delle forze armate slovene, è costantemente informato della situazione dei soldati sloveni impegnati nell'addestramento delle forze di sicurezza in Iraq. I soldati sloveni stanno operando in seno al contingente a guida tedesca. Il capo di stato sloveno ha sottolineato inoltre che è costantemente in contatto con il Ministero della Difesa che lo aggiorna sullo stato dei nostri soldati in Iraq e insieme alla controparte tedesca stanno valutando la situazione. "Se arrivassimo alla decisione che è necessario un cambiamento del loro status in Iraq, lo stato sloveno risponderà immediatamente", ha assicurato Pahor.

E mentre le controparti continuano a minacciarsi, il Ministero degli esteri sloveno in una nota precisa, che le minacce di attacchi indiscriminati alla popolazione civile come pure ai siti culturali rappresentano una grave violazione delle norme civili e del diritto internazionale, pertanto condanna fermamente simili intenti. Invita pertanto le parti a desistere da tali propositi che destabilizzerebbero irrimediabilmente l'intera area del Medio Oriente e precluderebbero definitivamente qualsiasi forma di dialogo.

Corrado Cimador

 Foto: BoBo
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