Foto: Pixabay
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Il dado è tratto. Per far sì che la campagna vaccinale possa essere efficace nonostante la presenza delle nuove varianti il governo, non senza mugugni al suo interno, ha deciso di seguire la linea proposta dal gruppo di esperti con la chiusura del paese tra il primo e il 12 aprile.

Per una decina di giorni la Slovenia ritornerà, quindi, in lockdown. Chiuse tutte le attività commerciali ed i servizi ad eccezione di quelli di prima necessità, come le farmacie, i negozi di alimentari e i servizi pubblici di vario genere.

Serrati anche i confini delle regioni, che potranno essere attraversati solo per necessità particolari (o in caso si sia vaccinati o guariti dal virus) e il giorno di Pasqua quando sarà consentito andare a fare visita ad amici e parenti che si potranno riunire per un massimo di due nuclei familiari, pari a cinque adulti più i bambini.

Tornano a distanza anche le lezioni per tutti gli studenti, mentre la sorveglianza sarà assicurata per i bimbi che frequentano gli asili e la prima triade delle elementari se i genitori lavorano in settori strategici. Per quanto riguarda il rientro in classe, gli esperti stanno valutando la possibilità di introdurre tamponi fai da te per individuare il Covid che gli studenti delle superiori e degli ultimi anni delle elementari potrebbero fare almeno settimanalmente.

L'invito al mondo produttivo è di ridurre nei prossimi giorni le possibilità di contatto quando possibile con il ricorso al lavoro da casa.

Reintrodotto anche l'obbligo di utilizzo delle mascherine all'esterno, tranne se si svolge attività sportiva da soli, rispettando almeno i due metri di distanza e in macchina se al suo interno viaggiano i membri della stessa famiglia.

Dopo il 12 aprile si tornerà al regime del semaforo, con le modalità ormai note.

Per chi vive al confine arriva un'ulteriore brutta notizia, con il divieto a partire dalla mezzanotte di oggi di uscire dal paese per recarsi in paesi rossi se non per motivi di salute o di vitale importanza. Una misura che coinvolge tutti i residenti in Slovenia, che non siano stati vaccinati oppure che non siano guariti dal virus nei sei mesi precedenti. Per i viaggiatori che entrano nel paese dall'estero sarà invece necessario esibire un test PCR rilasciato nell'area Schengen, o dimostrare di essere vaccinati o di essere guariti dal Covid nei sei precedenti. Non sono più riconosciuti i test emessi da laboratori di paesi terzi considerati sino ad ora validi.

Chiusi anche i valichi secondari, che potranno essere attraversati solo dai proprietari di terreni nell'area di confine; mentre con il test rapido potranno continuare a passare i lavoratori transfrontalieri e gli studenti e i loro accompagnatori fino alla chiusura della scuola questo giovedì.

Barbara Costamagna