Foto: Pixabay
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Passi avanti, ma c'è ancora tanto da fare. Gli esperti del Consiglio d'Europa rilevano che la Slovenia ha fatto dei progressi nell'implementazione della Convenzione di Istanbul soprattutto per quanto riguarda la creazione di un quadro giuridico normativo per prevenire la violenza domestica, mentre è stata meno attenta alle altre forme di violenza contro le donne lamentando una tempistica lenta degli organi giudiziari nell'affrontare i processi per casi di violenza.

Si evidenziano soprattutto i risultati conseguiti in questo campo prima della ratifica del documento, avvenuta nel 2015, con l'accoglimento ad esempio nel 2008 della Legge sulla prevenzione della violenza domestica oppure la modifica del Codice penale che ha inserito
il reato di violenza di genere, o l'emendamento in base al quale il sesso senza consenso è stupro, sul principio "solo si, vuol dire si". Gli esperti del Consiglio d'Europa rilevano che la Slovenia ha prestato meno attenzione alle altre forme di violenza contro le donne contemplate dalla Convenzione, come quella verbale, ed esortano le autorità nazionali ad accogliere un nuovo documento strategico che abbracci tutti i settori. Si rileva inoltre che anche la raccolta dei dati sulla violenza contro le donne è poco efficente, lo fa solo la polizia, ma sarebbe necessario un approccio piu' sistematico.

Nel rapporto inoltre gli esperti esortano la Slovenia ad implementare altri singoli articoli della Convenzione di Istanbul che riguardano anche la formazione, l'educazione, interventi preventivi e di trattamento, servizi di supporto e altri.