La dichiarazione è stata sostenuta da 42 deputati e 45 hanno votato contro, oltre ai quattro dell'opposizione di centrosinistra anche il DeSUS. Hanno votato a favore i due rappresentanti delle minoranze italiana, Felice Žiža e ungherse, Ferenc Horvath. A nome dei promotori della dichiarazione, Branko Grims, Partito Democratico, ha detto che il Parlamento Europeo, con la sua risoluzione, ha mostrato esplicito rispetto per tutte le vittime di regimi totalitari e antidemocratici in Europa, sia il nazifascismo che il comunismo. Eva Irgl, sempre dalle file del SDS ha aggiunto che la risoluzione poggia sui valori comuni europei di lotta ai regimi autoritari e totalitari, mentre Nuova Slovenia ha sottolineato che a livello europeo sia le formazioni di sinistra che quelle di destra, compresi gli eurodeputati sloveni, hanno votato a favore di questo documento. Monika Gregorčič dell’SMC ha detto che il partito del centro moderno appoggia il documento, il quale rappresenta un’occasione per condannare tutte le violazioni dei diritti umani commesse dai regimi totalitari e autoritari. Secondo il partito Sinistra, Levica invece si è trattato di un ennesimo tentativo di inacidire il dibattito pubblico “un documento che rappresenta un ennesimo tentativo delle forze retrograde e conservatrici di imporre determinati modelli con i quale intrepretare la storia europea e mondiale” ha detto Primož Sitar della Sinistra. La dichiarazione non è stata appoggiata nemmeno dalla Lista Marjan Šarec e dagli SD. Branislav Rajić a nome del gruppo degli indipendenti ha detto che la decisone di tenterà di far approvare tale documento nel bel mezzo della crisi sanitaria è alquanto bizzarro. Il Partito nazionale in veste di proponente ha appoggiato il documento, ma in assenza del deputato Zmago Jelinčič.

Dionizij Botter

Foto: DZ/Matija Sušnik
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