Foto: Ervin Čurlič
Foto: Ervin Čurlič

Le operazioni di spegnimento del vasto incendio sul Carso sloveno sono risultate particolarmente difficili e pericolose sia per la configurazione del terreno sia dall'esplosione repentina di vari residuati bellici della Prima Guerra Mondiale, ancora presenti in zona. Il lavoro degli oltre 420 vigili del fuoco di Slovenia e Italia, è proseguito incessante anche durante la notte. I focolai, infatti, alimentati dalla Bora sostenuta hanno ripreso vigore durante la notte. Ridotti in cenere circa 390 ettari di terreno, in prevalenza pinete e spostato il fronte del fuoco che ha raggiunto anche i quattro chilometri di larghezza, sino a lambire il paese di Lokvica. I pompieri ed i volontari ieri sono stati coadiuvati anche da quattro elicotteri, due dell'esercito sloveno e due della Protezione civile italiana, nonché un Canadair croato arrivato da Zara. L'incendio al momento è sotto controllo. I vigili del fuoco ora sono in attesa dell'intervento degli elicotteri per spegnere definitivamente i focolai e procedere alle operazioni di bonifica. Al momento i vigili del fuoco possono disporre di 120 autobotti. La Bora continua a soffiare sostenuta e il terreno particolarmente secco dalla lunga siccità potrebbe alimentare nuovamente le fiamme. Sul fronte italiano all'opera anche il Corpo forestale con alcuni presidi di controllo, mentre gli uomini della Protezione civile regionale a loro volta sono pronti ad intervenire.
Le cause dell'incendio sono al vaglio delle autorità competenti.
Intanto, domani, il ministro per l'ambiente Uroš Brežan, raggiungerà le località colpite dal rogo per un confronto con le autorità locali e i vigili del fuoco, sull'emergenza incendi dovuta alla grave siccità che da mesi interessa il territorio sudoccidentale della Slovenia.


Corrado Cimador