Le centrali geotermiche sfruttano il calore delle profondità terrestri. Attraverso le fratture degli strati rocciosi le acque e i vapori riscaldatisi in profondità salgono verso la superficie e vengono intercettati e raccolti dai pozzi geotermici. E' una fonte di energia pulita, alternativa e rinnovabile, molto diffusa ad esempio in Islanda, su cui, secondo gli esperti presenti, anche la Slovenia potrebbe fare affidamento. Le incognite sono però tante, come pure i costi, che sono molto elevati. Solo la prima esplorazione della superficie, mediante trivellazione, nel caso capodistrianno, verrebbe a costare 4 milioni di euro, ovvero il 10 percento di tutta l'operazione. E non ci sono garanzie di trovare in una profondità dai 3,5 km ai 5 km il calore necessario (+120 gradi), per dare vita ad un impiato geotermico remunerativo. Anni fa, ha ricordato il fisico Aljoša Žerjal, assieme all'Istituto Nazionale italiano di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste e la Facoltà di geologia di Lubiana sono state fatte delle rilevazioni geotermiche e misurazioni nelle profondità del golfo tra Capodistria e Trieste con risultati incoraggianti. Si sfruttano risorse naturali, senza emissioni nocive per l'ambiente, i vantaggi sono numerosi, ha aggiunto ancora Žerjal che ha ricordato che la prima centrale geotermica venne inaugurata all'inizio del '900 a Firenze. A evidenziare i progetti positivi di questo tipo di fonte alternativa sono stati gli esperti geologi e ingegneri della filiale ungherese della compagnia islandese Mannvit che ha individuato proprie nel golfo una potenziale area da sfruttare. Cauto sul progetto il sindaco di Capodistria Aleš Bržan. Ci sono ancora troppe ingognite e troppi rischi, troppi aspetti da valutare; da quello economico, all'impatto ambientale, alla riuscita del progetto, perchè non ci sono garanzie di successo, ha detto. Senza dubbio Capodistria, ancora il primo cittadino, è interessata a progetti che puntanto sulle energie rinnovabili. (ld)

Foto: Radio Koper/lea
Foto: Radio Koper/lea