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. L'esposizione, a cura di Giordano Bruno Guerri, storico e presidente de Il Vittoriale degli Italiani sarà il primo grande evento in programma nella città di San Giusto per ricordare il Centenario dell'Impresa Fiumana. Un'esposizione che intende mostrare un D'Annunzio diverso da quello della vulgata comune, mettendo in risalto aspetti poco conosciuti e la natura non "fascista" della sua impresa.

"Gli storici, prima Valeri poi De Felice, Perfetti e la Salaris hanno rivelato ormai da anni che l'impresa di Fiume fu cosa differente dalla vulgata comune", ci dice Giordano Bruno Guerri, "adesso si tratta di far arrivare quest'idea a tutti e quindi diffondere la bella notizia che non si trattò di un'impresa fascista, anzi fu un'impresa anticipatrice di molti fenomeni del Novecento, libertaria, democratica ed addirittura quasi sessantottina in certi suoi aspetti. Questa mostra servirà a ristabilire una verità storica e sarà, dunque, non solo bella da vedere, ma anche culturalmente importante".

Una visione nuova del Vate e dell'impresa fiumana già a partire dal suo titolo.

"La mostra si chiama "Disobbedisco" perché significa andare contro le regole ed è esattamente quello che avvenne a Fiume non solo contro gli accordi presi a Versailles dallo Stato, ma anche contro le convenzioni e ad un modo modo di vivere che era ormai obsoleto, quello della Belle epoque. La spinta verso la modernità è d'altronde una caratteristica di D'Annunzio che è tutt'altro che decadente ma è innovatore, modernizzatore ed anticipatore".

D'altronde come ha ci ha spiegato all'inizio Guerri la figura di D'Annunzio e l'impresa di Fiume è stata già ampiamente rivalutata a livello storiografico, dove è ormai cosa acquisita la lontananza di questa esperienza da quello che sarebbe stato il fascismo, che invece si impossessò indebitamente di questo episodio che Bruno Guerri definisce "nazionalista", ma sicuramente "non fascista".

"Lui in genere viene considerato un fascista o almeno alleato del fascismo. Mentre non lo fu affatto. Un uomo così non poteva appartenere ad un'ideologia del genere. Non è un caso che abbiamo l'ostilità in questa operazione proprio dei nostalgici o dei neofascisti. Non perché amino D'Annunzio, ma perché amano il fascismo e togliere D'Annunzio al fascismo e come togliere un diamante da una corona".

Una mostra che non mancherà di far discutere, anche se in realtà il dialogo in questi mesi, almeno a livello storiografico ed istituzionale, si è aperto tra le due sponde.

"Io ho riallacciato per la prima volta i rapporti tra il Vittoriale e la città di Fiume che erano stati interrotti dopo il 1945, e che ora invece sono ottimi con scambi reciproci. L'11 e il 12 settembre sarò proprio a Fiume per l'anniversario e si sta lavorando assieme per una reciproca comprensione. Il 5,6,7 settembre al Vittoriale ci sarà un importantissimo convegno, al quale parteciperanno anche storici croati, che si confronteranno con colleghi di tutto il mondo".

Chissà, quindi, se a cento anni di distanza si potrà iniziare a guardare a quei fatti in modo diverso?

"Non so", ci risponde Guerri, " anche se sono sicuro che per il centocinquantesimo l'interpretazione sull'impresa di Fiume sarà totalmente diversa da quella avuta fino ad ora".

Barbara Costamagna