Foto: BoBo
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La posizione da tenere sull’Ucraina si discuterà prossimamente al Comitato esteri della Camera di Stato. Questa la decisione del premier Robert Golob, che per capire come andare avanti chiede un confronto tra le forze politiche in parlamento. Per il momento Lubiana non ha cambiato rotta rispetto al precedente governo di centrodestra e resta l’appoggio all’inclusione di Kiev (e anche il forte sostegno di quello dei Balcani Occidentali) nell’Unione Europea.

Intanto non mancano gli appelli al governo. Gli ex presidenti Milan Kučan e Danilo Türk hanno sottoscritto una petizione che vede come primo firmatario l’ex sindaco di Capodistria, Aurelio Juri, che unisce intellettuali e politici di riferimento per la sinistra. Nel documento, in pratica, si invita indirettamente a smettere di mandare armi all’Ucraina e si dice che “in Europa bisogna costruire una nuova architettura difensiva che è stata sempre più scardinata dall’allargamento ad est della Nato”.

La risposta non si è fatta attendere ed è venuta da Luka Lisjak Gabrijelčič. L'intellettuale goriziano richiamandosi anche a quello che è stato il processo d’indipendenza della Slovenia ha ribadito che “la resistenza ucraina deve essere supportata con ogni mezzo”. Tra i firmatari del suo appello l’ex premier Miro Cerar, l’ex presidente del parlamento Pavle Gantar, ma anche gli ex ministri Gregor Golobič, Žiga Turk, Rajko Piranat, Gregor Virant e Janez Šušteršič. Una interessante serie di nomi che vede per una volta insieme esponenti politici e pensatori della sinistra e della destra liberale, che in passato sono stati fieri alleati o tenaci avversari di Janez Janša e dei suoi governi di centrodestra. Accanto ad essi importanti figure dell’area cattolica.

Luka Lisjak Gabrijelčič probabilmente non aveva in mente di creare intorno alla questione Ucraina l’embrione di un progetto politico, ma è indubbio che è riuscito nella difficile impresa di mettere sotto lo stesso tetto l’ala liberale con tutte le sue sfaccettature ed una parte importante del pensiero cattolico e conservatore, lasciando ai margini le frange più radicali di destra e di sinistra.

Stefano Lusa