Foto: Pixabay
Foto: Pixabay

Il 2023 si conferma essere l'anno più caldo mai registrato con l'aumento della temperatura media globale vicina a 1,5 gradi centigradi. Lo ha dichiarato il programma di osservazione della Terra di Agenzia Spaziale Copernicus (C3s). La temperatura media globale dello scorso anno è stata di 14,98 gradi Celsius, 0,17 gradi in più rispetto al precedente anno più caldo, il 2016. Luglio e agosto sono stati i due mesi più caldi mai registrati mentre dicembre è stato il mese più caldo a livello globale. Un clima che cambia insomma, ne sono la prova anche le alluvioni dell'anno scorso nel nostro Paese insieme a un gran numero di eventi estremi nel resto del mondo, tra cui incendi boschivi, trombe d'aria e siccità. Sempre l'anno scorso, gli esperti hanno registrato temperature oceaniche insolitamente elevate. Queste hanno superato i record in aprile, causando "ondate di calore marino" devastanti per l'ecosistema. Gli oceani assorbono oltre il 90% del calore in eccesso generato dalle attività umane e svolgono un ruolo importante nella regolazione del clima. Difatti, l'inquinamento atmosferico, le deforestazioni, nonché la scarsa biodiversità provocano danni enormi alla nostra salute nonché a quella di Madre Natura.
Nonostante si sia giunti a un punto di non ritorno per quanto riguarda il benessere del nostro pianeta su diversi aspetti, ciò non significa che il mondo non possa continuare a lavorare e rispettare il famoso Accordo sul clima di Parigi del 2015, il quale mira a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per circoscriverlo a 1,5°C al fine di evitare ulteriori catastrofiche conseguenze del cambiamento climatico.
"Le conseguenze delle nostre mancate azioni si faranno sentire per le generazioni a venire", ha avvertito Ed Hawkins, esperto di cambiamenti climatici dell'Università di Reading in Inghilterra, che ha contribuito alla relazione. L'abbandono dei combustibili fossili rappresenterebbe una possibile azione chiave. Lo ha ribadito anche Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite. Ritiene sia necessario agire con decisione e urgenza per evitare un collasso eco-climatico; vanno aiutati i Paesi vulnerabili nella creazione di strategie e piani proporzionati alle difficoltà legate al clima.